stand by me/2
Secondo History of Rock (link) Ben E king, quando scrisse la canzone, non pensava d’interpretarla ma di farla incidere a Drifters. In quel momento, King si trovava in studio per registrare il suo singolo Spanish Harlem, ma i produttori, Jerry Leiber e Mike Stoller, gli chiesero se avesse altre canzoni pronte da suonare e King, allora, rispose: “Stand by Me”, eseguendo al piano la versione strumentale, l’unica parte della canzone esistente, fino a quel momento. La musica piacque talmente ai due, che Ben E. King tornò in studio per registrarla. Mike Stoller lavorò all’armonia e agli arrangiamenti, King perfezionò la linea melodica e, insieme a Jerry Leiber, scrisse anche il testo. Il singolo, ovviamente, primeggiò nelle classifiche americane (R&B charts e Top Ten). Dopo due anni apparve come settima traccia dell’album King’s Don’t Play That Song (1963). La sua progressione armonica è molto semplice (da tutti associata al classico “giro di DO”): ha poco a che vedere con la struttura che caratterizzava l’antico gospel che l’aveva ispirata. Ma sarà forse per merito di questa sua semplicità o della sua immediatezza che, negli anni, Stand By Me conta un interminabile numero di cover. La più nota è sicuramente quella di John Lennon (1975). La più inaspettata è quella incisa da Cassius Clay (proprio il pugile) che nel 1963 realizza un album per la Columbia ( I Am the Greatest!) e, tra gli altri brani, fa posto anche alla sua personalissima Stand By Me.
[…] versione in italiano: Celentano è il più noto tra loro per questo (malgrado la sua “cover” di Stand by me fosse stata anche al centro di una disputa per i diritti d’autore), poi Ricky Gianco – che […]