Sigv 2.0, Mani

Sigv 2.0 - Manihttp://radio.torvergata.it/

Prendono le atmosfere prog dei Pink Floyd e le mescolano con le sonorità della dance degli anni Ottanta. Ricalcano lo sperimentalismo alla Bjork e l’elettronica alla Radiohead e alla Massive Attack, e ne fanno la base per i loro testi in italiano. Ma con le loro canzoni esaltano  l’importanza del messaggio da lanciare e per far ciò, usano parole cariche di significato, assecondando così l’imperativo categorico di quel rock che – al di là di ogni senso sospeso tra divertimento e perdizione – nasceva invece proprio per dire delle cose che lasciassero il segno: che facessero pensare. Mani è il primo EP ufficiale della band. E’ uscito nel 2007 ma ne parliamo oggi proprio per l’attualità dei temi contenuti in queste canzoni e per preannunciarvi che sta per uscire il primo album dei Sigv 2.0, contenente 11 tracce, di cui questi singoli estratti sono dunque un’anticipazione.

Il disco è composto da soli tre brani, tutti legati da un filo conduttore.I testi sono molto profondi e per questo anche molto difficili da comprendere al primo ascolto, ma la loro grandezza e la loro efficacia è proprio qui, come abbiamo già detto, in ciò che vogliono raccontare. I sigv 2.0, intraprendono un viaggio all’interno delle diverse facce dell’uomo, parlando di nascita ed evoluzione (mani), di smarrimento, perversione, fanatismo e distruzione (Pregare è bene) e infine, di morte e di rinacita (sento freddo): lo scopo evidente della band è quello di mettere l’ascoltatore a tu per tu con la propria sensibilità e con la propria intelligenza.

La traccia che apre il disco e che dà il titolo al CD è costruita per metà sull’energia propulsiva del rock e per metà sui sinth del prog: questo, da un punta di vista musicale denota al pezzo un certo dinamismo, rendendolo piacevole ed orecchiabile.

Il tema centrale del testo descrive l’Uomo in tutto e per tutto. Col suo elenco di quello che le mani di un essere umano possono riuscire a fare (“con le mie mani ho fuso metalli e scisso gli atomi /costruito, disegnato graffiti e parabole; ma anche “ho ucciso”, sterminato e portato all’estinzione di molti esseri viventi), mani oltre ad indicare “le due metà”dell’uomo (capace quindi di fare il bene ed anche il male), è impregnata di un esistenzialismo che, mettendo in guardia contro le illusioni e la capacità di sbagliare (“qui tutto appare bene ma tutto mi sembra male/qui tutto ci sembra bene ma è falso ciò che appare“), rifiuta l’inganno del potere creato dagli uomini e di quel dogmatismo che li rende ciechi, per richiamarsi a verità più sostanziali ed autentiche (“il cielo non ha padroni/nè simboli nè valori/il cielo non vuole nè padri nè figli e nè potere”).

Segue pregare è bene, col suo inciso ipnotico e dal sapore gotico, che è una perfetta metafora dello smarrimento della ragione e delle false credenze che possono alterare il senso della realtà e guidare così le azioni di un individuo sempre più confuso e, infine, perduto . In questo pezzo il discorso anticipato da mani si amplia:  i Sigv 2.0 si spingono a toccare le corde della coscienza, incentrando il loro discorso su problemi quali il fanatismo, la violenza e la perversione. Descrivono le diverse  che un individuo si trova a vivere durante l’arco della sua intera vita: tutto ciò in cui crede, quello che li hanno insegnato, quello che altri per lui hanno ritenuto fosse giusto definire come giusto e sbagliato, mettendo la sua coscienza confronto con un assolutismo culturale che tocca anche il tema della pedofilia e della religione e il proprio universo di valori.

E’ invece nella terza ed ultima traccia “sento freddo” che quest’uomo si redime dalle sue colpe passando dalla morte alla rinascita. “Nel nero dell’universo è scritta ogni cosa/Tutto ciò che avrai è tutto ciò che avrai dato/”: questa è la conclusione del viaggio, un bilancio che approda alla consapevolezza della propria fragilità, della propria imperfezione e del bisogno degli altri e di recuperare quell’umanità perduta: in sento freddo,dolcezza e fragilità sono le sensazioni dominanti. Si tratta di una la ballata “pynkfloydiana” che coniuga la delicatezza della melodia pop – rock ai melloton e al lavoro dei computers, che sono stati in grado di creare inrtorno alla voce del cantante un ambiente ovatatto attraverso il quale è possibile sentire il vocio esterno della gente che passa. Questi effetti speciali marcano proprio quell’idea di fondo della canzone e sottolineano con maggiore intensità, quel bisogno di protezione e di rinascita sentito dal protagonista. I Sigv 2.0 hanno saputo rendere tutto questo anche in un video molto eloquente , presentanto al PIVI (Premio Italiano dei Video Indipendenti) che si è concluso lo scorso 30 novembre. Il lavoro che i Sigv hanno saputo fare con questo EP è davvero notevole e i temi trattati nei testi sono, ovviamente, di quelli che fanno discutere molto in questo momento, soprattutto in altri territori lontani dalla musica.

LINEUP:

  • Maurizio loffredo – voce e chitarra
  • Duilio Galioto – wurlitzer synth e voce
  • Pietro Casadei – basso
  • Gino Ferrara – Batteria

TRACKLIST: 01. mani (loffredo/galioto/d’agostino) 4.39 02. pregare è bene (loffredo/d’agostino) 4.23 03. sento freddo (loffredo/galioto) 5.38

Pubblicato da musicheculture

Musicheculture, sito di informazione, storia, attualità e cultura musicale diretto Giuseppina Brandonisio,

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