Lou Reed… Addio, ma mica poi tanto

lou reedQuando un musicista così muore, il silenzio diventa assordante. Quando un artista come Lou Reed (e ce ne sono pochi) smette di creare, suonare, comporre, cantare, scrivere,fotografare, disegnare, dipingere… La sua assenza diventa rilevante. La sua creatività è così straordinariamente ricca e affascinante che in parte è ancora tutta da raccontare. Ma Lou Reed detestava i giornalisti musicali e non amava parlare delle sue condizioni di salute.

L’angelo nero è morto a 71 anni.

Le cause della morte non sono state rese note ma a maggio lou aveva subito un trapianto di fegato.

Louis Allen Reed io l’ho sempre adorato: per lui ho speso mille parole: alla radio, nei miei libri, nei miei articoli, nel mio blog, nelle chiacchierate con gli amici. Di lui mi resterà la musica, la creatività e, fra tutti, forse il pezzo più rock e popolare, più semplice e geniale.

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Una canzone come emblema ed una curiosità: un fan insolito per Lou Reed è anche il grande teologo, Cardinal Ravasi, che in un twitt ha citato i versi di A perfect Day per il suo ultimo saluto all’artista: “Oh, it’s such a perfect day, I’m glad I spend it with you, Oh, such a perfect day, You just keep me hanging on”. Con questa canzone, Lou Reed si riferiva all’eroina e Ravasi al Signore: le strade della “beatitudine” possono essere strane e misteriose a volte! Mentre Lou Reed aveva finalmente scelto il bene, il suo bene -preoccupandosi per la sua salute – quel teologo che era entrato a far parte della lista dei papabili al soglio pontificio, scopriva il rock. E mentre reinterpretava a suo modo il significato della canzone di uno dei più grandi musicisti-narratori della “generazione perduta”, ecco che gli dava la estrema unzione su un social network, arrivando ovunque, magari anche nei marciapiedi o nei ricordi di quelli che sono stati i bassifondi di New York.

Pubblicato da musicheculture

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