Grateful Dead – il concerto dell’addio

grateful dead musicheculture giuseppina brandonisioDopo 50 anni di musica si chiude in maniera grandiosa la carriera dei Grateful Dead, che salutano i fan con un: «Dio vi benedica tutti e grazie per l’ascolto!». È accaduto nella notte di domenica 5 luglio al Soldier’s Field di Chicago, dove a 20 anni dalla morte di Jerry Garcia (avvenuta proprio a Chicago, il 9 agosto del 1995), si sono riuniti ed esibiti davanti ai 70 mila fans presenti nello stadio. ma anche di fronte a tutti gli spettatori dei cinema in diverse città del mondo, come Roma, che hanno trasmesso questo concerto d’addio.

Sono un po’ diversi, sicuramente molto invecchiati, ma sono loro: Bob Weir, alla chitarra; Phil Lesh, al basso; Mickey Hart e Bill Kreutzmann, alla batteria. I superstiti del gruppo si erano riuniti altre volte, arricchendo la line up con nuovi musicisti e usando altri nomi. Ma questa volta non è lo stesso: l’entusiasmo sembra più grande e commosso, davvero. Non è gremita la sala del cinema Nexo di Via Vicenza a Roma ma trasmette il concerto dalle 19.30 di lunedì 6 luglio. Un pubblico di diverse età, pochi i giovanissimi, molte le teste canute, è felice di partecipare perché i Grateful Dead, pur avendo attraversato in lungo e in largo l’Europa, non avevano mai suonato in Italia. L’entusiasmo degli spettatori di Chicago, quindi, si fa nostro e travolge anche noi che guardiamo il concerto dallo schermo. I Grateful Dead ci hanno promesso che suoneranno due set. Trey Anastasio, leader dei Phish, aveva preso il posto di Jerry Garcia e adesso sale sul palco per intonare la prima canzone: China Cat Sunflower, un gioiello psichedelico custodito nello scrigno di Xamoxoa, album pubblicato nel 1970. Lo spirito di Jerry Garcia echeggia in queste note. D’altra parte, come non credere che quel loro straordinario chitarrista non li avesse accompagnati, almeno nelle esperienze e nelle emozioni fatte di musica, i Grateful Dead: anche dopo il 1995, quando Garcia morì e loro si sciolsero ufficialmente, la musica di queste icone del rock e acclamati protagonisti della scena psichedelica, da San Francisco al mondo intero, ha continuato a suonare. China Cat Sunflower si tuffa in I Know You Rider:è il secondo brano… Tre concerti per i cinquant’anni: è l’idea che ha spinto i membri del gruppo a riunirsi sotto il loro nome originale e a partire per quest’ ultimo tour: Fare thee well.

Ai Phish di Anastasio, da quel momento, è toccato raccogliere l’eredità dei Greatful Dead, collaborando a diversi progetti che i restanti membri del gruppo avevano successivamente realizzato come solisti. L’ingresso di Trey Anastasio nei Grateful Dead era avvenuto con molti scossoni ma poi il suo talento alla chitarra ha messo d’accordo tutti: anche il pubblico di questo concerto  ha saputo accoglierlo. Insieme a lui e ai veterani, Jeff Chimenti e Bruce Hornsby stanno suonando le tastiere. Ora è la volta di Estimated Prophet, Built To Last e Samson and Delilah: i Deadheads – è così che si fanno chiamare i fans dei Grateful Dead – di fronte alle note, sono assorti e sognanti, urlanti e soddisfatti. Saltano, ballano, fanno l’onda. Il pubblico al cinema è stato catturato dall’atmosfera: già all’inizio, quando i 7 musicisti erano saliti sul palco, aveva accennato un applauso entusiasta: breve perché, al cinema, non siamo ancora abituati ad applaudire un concerto, ma ci abitueremo presto perché le cose stanno cambiando, anzi sono già cambiate e sempre più megaconcerti saranno trasmessi in diretta streaming nei cinema digitali come questo.

Montains of the Moon e Throwing Stones chiudono il primo set. Fuochi d’artificio, musica da parata, pausa. C’è  Bill Murray tra il pubblico dello stadio: l’attore è andato a seguire il concerto. Adesso si ricomincia con altri pezzi indimenticabili: Truckin, Cassidy, Althea, Terrapin Station, Drums e Space; anche la sezione ritmica ci sembra formidabile. Unbroken Chain, Days Between, Not Fade Away, Touch of Grey… A chiudere questo concerto è Attics of my Life. È durata per più di tre ore questa magia, che a molti è sembrata come sospesa nel tempo, probabilmente perché i Grateful Dead hanno deciso di restare eterni.

Pubblicato da musicheculture

Musicheculture, sito di informazione, storia, attualità e cultura musicale diretto Giuseppina Brandonisio,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.