Grumblin Fur: Glynnaestra

grumblin fur Glynnaestra, il nuovo album dei  Grumblin Fur, esce il 22 luglio. Daniel O’Sullivan e Alexander Tucker, inglesi che amano sperimentare nuove sonorità muovendosi nell’elettronica tra atmosfere noise, new wave, rumore e psichedelia, jazz e musica concreta,  dopo il disco di debutto, Furrier (2011), e l’EP Alice (2012), pubblicano un nuovo capitolo della loro storia: un album che sovrappone suoni e rumori, che traspone ritmi diversi e molodie, sintetizzando il suono, per orientaro sul beat, sullo psych-folk di chiara matrice elettronica e sulle armonie vocali.

C’è l’elettronica – coi sintetizzatori che dominano nelle canzoni, conferendo loro quell’aria un po’ “vintage”, che ricorda le atmosfere elettroniche degli anni ’80 – ma c’è anche la voglia di cambiare rotta rispetto a Furrier per dirigersi verso sonorità acustiche, attraverso un’amalgama di suoni e voci ottimamente riuscita.

Pubblicato da musicheculture

Musicheculture, sito di informazione, storia, attualità e cultura musicale diretto Giuseppina Brandonisio,

35 Risposte a “Grumblin Fur: Glynnaestra”

  1. Carini. Ma da dove li hai ripescati? Io ho una discografia molto ricca di new wavw ma questi qui non me li ricordo…
    comunque sono elettronici e mi pare strano: è un remix recente di roba degli anni’90 che io non conosco?

  2. Ciao! Ma no, non sono un gruppo new wave: son nati da poco. Sono al secondo album (+ un EP) e deve ancora uscire.
    Amano molto i collage musicali.

    sto più o meno bene. Sono come sempre in rete, ultimamente a curare la mia “immagine più edificante”.
    Dormo male però: qualche sogno ricorrente e qualche preoccupazione di troppo. Molto stress, come al solito ed un nuovo hobby che mi sono inventata giusto 3 ore fa.
    Analizzare alcune mie espressioni ricorrenti e associarle ai miei stati d’animo.
    Ho scoperto che quando dico “sono sicura che…” mi sento bene, carica di energia; quando dico invece “vorrei credere che…. fingerò che…” me ne vado in depressione: pensi che sia normale?
    vado a letto. grazie del commento 🙂

    p.s. se ti iscrivi a facebook (tanto non ci credo, mi stai prendendo in giro), chiedimi l’amicizia 😀

  3. non lo so. Che fossi stanca o impegnata me lo immaginavo perche ti fai sentire poco e i tuoi articoli sul blog sono diventati dei telegrammi 🙂

    non capisco che ci fai con l’auto-analisi delle tue espressioni ricorrenti. Io sto cercando di smettere di unsare un intercalare particolare (non te lo dirò neanche sotto tortura) ma che ci vuoi fare: sono abitudini.
    depressione?
    Ma non dipenderà dalla finta new wave/finta dance/elettronica/krautrock che ti sei messa a sentire?

  4. ma no, ma che c’entra la musica!
    Dovrei coltivare solo la musica del mio orticello : MUSICHECOLTURE 🙂
    buonanotte.

  5. @blogger hai la casella intasata: ti ho scritto e mi è tornato msg di “over quota”.
    scusa x la modifica: mi sono autocensurata perché non mi piacciono poi tanto i pettegolezzi del parrucchiere 😀
    Ti avevo chiesto la mail di mari.
    Vorrei scriverle, se non disturbo, e non mi va di passare dal tuo indirizzo.
    Ciao, grazie ancora per i commenti.
    questo disco è molto carino, sì.

  6. ma perche? I discorsi sociologici sulla superfiga mi interessano sempre! 😀

    scherzi a parte:ci stavo giusto ragionando sulla faccenda dell’immagine/profilo pubblico/profilo privato.
    L’ho aperto e lo terrò privato. Il nome che ho usato non è il mio ma non perché sono un fobico di FB: mi serviva un account per condividere cose con parenti lontani.
    Sono private e voglio che restino private.
    Sono infatti dell’idea che debba essere io ad usare facebook come strumento e non facebook ad usare me.
    Io capisco la tua scelta di tenere il tuo profilo come pubblico: è normale per te.
    D’altra parte, il tuo diario è così “professionale”! Non ci sono confessioni intime e perciò…
    penso che tu sia riservata almeno quanto me.

    l’indirizzo è intasato perché si riempie di spam e lo uso solo per le registrazioni.
    Mari risponde da hotmail (io da gmail). Ti arriverà sms col mio cell tra…3..2…1… secondi. (sono stato io).
    La prossima volta basterà uno squillo 😉

  7. Grazie. Grazie perché non mi scrivi mai cose banali e perché non lasci mai su questo blog parole di cartone travestite da poesia.
    (non si può stare sempre a parlare di superfiga: anche se lo facessi in termini generici, qualcuno potrebbe identificarsi con quello che potrei aver scritto e ciò sarebbe scorretto nei suoi confronti 😉 )

  8. Ciao giusy scusa se non ti scrivo mai ma leggerti e’ sempre 1 piacere. Ti leggpno quasi tutti i giorni o comunque di sicuro non mi perdo nessun post via feed e’ solo che non so cosa scrivere o come commentare. Fai dei topic molto belli e interessanti. Metti su musica di artisti che spesso non conosco e che scopro proprio grazie a te. Questi 2 pezzi x es. Mi piacciono molto. E poi anche quando scrivi di cose note sei sempre molto originale, scopri sempre
    lati insoliti delle cose. Non pensare che se non scrivo non ci sono perche io ci sono, ti leggo e adoro leggerti. Leggerti mi va. E mi fa bene.

  9. Perdonami gli errori di battitura. Spero che si capisca lo stesso. Valuteresti l’idea di una pagina di musiche culture dedicata a muscheculture cioè a te? Perché temo che tu non abbia spazio per raccontarti oppure non vuoi dartene. L’ho visto fare altre volte a te: scrivere e poi cancellare tutto. La scusa che usi è sempre la stessa. Una volta la privacy, una volta perché non vuoi che qualcuno ci si riconosca e identifichi con quello che scr8vi ecc. F9rse mi snaglio o forse no. Magari non vorresti affidare al blog cose personali , a se fosse vero questo e anche il caso, dovresti parlarne cpn chi ti ascolta. E solo il destimatario ti ascolta. Gli altri non capiscono. Lo so per esperienze personali. Aveco unblog. Se metti in pubblico un riferimento personale succedono problemi. Se qualcuno aspetta e sta lì con l’ orecchio teso e pronto ad accogliere quello cje dici rischi che quella persona accolga come per sé parole che invece si riferiscono a qualcum altroo e succede un altro equivoco. Pensa a xio che ho detto.

  10. Grazie Bea. Grazie per le cose che mi hai scritto. So che sei presente e partecipe: mi hai lasciato il tuo resoconto sul concerto di Springsteen a Piazza del Plebiscito ed io non ti avevo risposto né ringraziata, nonostante il tuo commento mi avesse riempito di gioia, perché questo blog vive solo grazie all’attenzione che mi riservate voi, che lo commentiate o che lo leggiate soltanto. Amo coinvolgere e chiedo di esser coinvolta a mia volta nelle vostre esperienze di musica e nei vostri racconti di vita.
    E’ per questo che musicheculture è un blog anticonvenzionale, libero e amatoriale.
    Grazie. Grazie anche per “Piazza del Plebiscito sequestrata dal concerto del boss”!

  11. Ma grazie a te che mi onori della tua confidenza! Ho letto tutto d un fiato la tua risposta e sono impressionata dalla fluidita e dalla tua scorrevolezza.. però penso che parlando di cipolle, non sia più giusto che trascuri certe convenzioni: ricordati di comportarti da publisher perché lo sei senza badare a noi 4 cento cje leggiamo.

  12. Salutami la tua Napoli; spero che non sia umida e piovosa come Roma 🙂

  13. @blogger3000. Eppure io oggi mi sono fatta usare da facebook: una mia ex “amica” (una connessione) si è disconnessa, ha cambiato nick per non farsi riconoscere ed è tornata ad insistere sulle sue ragioni. Gioca a fare la vittima delle circostanze: tu come ti comporti con quelli che usano questi “travestimenti” in rete?
    Io penso sempre che siano persone testarde, ottuse, sole ed incomprese. Di riflesso mi vedo come colei che si sforza di essere in un luogo “virtuale” e di partecipare, pur sapendo che quella conversazione non mi porterà da nessuna parte. Poi ho pensato a quell’operatore di call center che mi chiamò un anno fa. Io ero alle prese con un articolo riguardante Ringo Starr. Il pezzo, d’accordo col direttore, uscì due mesi dopo, per il 50° e mentre parlavo al telefono, rileggevo le parole che stavo scrivendo, cercavo di trattenermi dal piangere perché il mio interlocutore mi stava ferendo, cercavo di non alzare la voce – nonostante il mio amico mi impedisse praticamente di parlare – perché non volevo che mia sorella ascoltasse, ho pensato proprio a quei ruoli che la gente si mette a giocare in rete. Io, da parte mia, avevo passato una bella mano d’insulti sui miei messaggi allo scopo di occultare, minimizzare tutte quelle parole che avrebbero potuto rivelare al mio interlocutore molte delle mie fragilità e delle mie confidenze: lo feci perché non lo ritenevo (né lo ritengo ancora adesso) un uomo capace di comprendere.
    Sai che c’è? Le femmine! Quando si spingono troppo oltre con le parole e poi si rendono conto che l’interlocutore non è alla loro altezza, si ritirano e fingono. Di recente però sono tornata sui miei passi: gli ho scritto la verità, dandogli una spiegazione, e quasi mi è parso di dovermi sentire in colpa perché non sono felice e perché vorrei pensare ad altre cose. Come con l’attrice su facebook. E allora mi domando: perché perdo il mio tempo sui social network?
    Li uso sempre a mio vantaggio, sia chiaro (perché non amo vivere i miei rapporti interpersonali più stretti lì), intanto però è strano che quel mio amico del call center si desse tanta importanza mentre io ritenevo inutile e irrilevante ogni nostro contatto ed ogni nostra parola. Facebook è fatto di cose irrilevanti: hai fatto bene a dargli una dimensione domestica e famigliare;-)
    (non significa che voglio entrare nel gruppo)
    ma uno che ti fa pesare che ti pesa il dolore, secondo te, è stronzo o no?
    IO spero solo che possa essere irrilevante, come io considero ormai tutte le cose che mi ha detto, fatto e riservato, perché, quando dico che non me ne frega più niente, in realtà, voglio solo liberarmi del peso di tutte quante le parole che ho sprecato.
    Io spero solo che possa essere tutto irrilevante e invisibile, almeno quanto è stato inascoltato e incompreso. E speriamo che non mi arrivino altre frecciatine e allusioni (magari di quelle che si mescolano coi testi delle canzoni) dal web, perché io un peso ce l’ho e me lo devo portare, anche se ciò permette a quel centralinista di arrogarsi di un diritto abnorme di parola.
    Io mi sento sempre molto avvilita nel ricordare che quest’individuo mi telefonò solo perché voleva salvarsi il culo. Mica perché mi aveva fatto un torto.
    Valgo poco.
    Per certi amici di facebook (quelli che ti imbrattano il diario con la pubblicità 🙂 ) valgo ancora meno.
    Però ci resto.

  14. Ie persone che si travestono o hanno problemi di accettazione o vogliono prenderti in giro e se insistono anche, considerando questo , odo di fare non tanto normale, queste persone danno l’idea di avere qualche idea fissa che le ossessiona:la tua amica per esempio. Leissecondo me è un troll. E se è diventata tale perché ha un’idea fissa per la quale valga la pena di insistere allora il suo scopo è quello di parlarsi addosso, cercando di convincerti che lei ha ragione e tu hai torto. La smetterà diiinsistere quando non la asseconderai più.
    Il centralinista.? Se si tratta di quello di ‘ma che ti ho fatto? Perché ce l’hai con me? ‘E di quella specie di debito di solidarietà, allora penso lo stesso che ti dicevo l’altra volta:è uno che tende a mettersi sulle difensive mentre tu credi che agisca esclusivamente per il proprio tornaconto. Di conseguenza sostieni di valere poco, perché sei convinta che lui sia un egoista e un menefreghista (riporto affermazioni tue). Io penso invece che un minimo di stima o un dubbio lo dovresti avere nei suoi confronti. Tuttavia credo che ogni uomo che irrompa in casa di una donna (attraverso il telefono) e la faccia piangere, sia uno stronzo. Tu non devi farti condizionare dalle discussioni banali, di cartone e malsane di internet, perché questo tipo di chiacchiere poi ti lasciano dentro la testa idee che sono altrettanto problematiche. La tua amica cambia ruolo con te e cio’ mi suggerisce che non abbiate un legame profondo. Se ciò fosse vero, se si trattasse soltanto di unapresenza su internet come un’altra, allora la puoi ignorare e il troll si autodistruggera’ in pochi secondi:D a proposito del centralinista: credo che la ‘cura’ per questo vostro rapporto di comunicazione o amicizia sia di dargli un po’ di fiducia. Uno che ti chiama al telefono e ti manda frecciatine e messaggi trasversali… è lui che sta cercando la tua attenzione non il contrario! Devo confessarti però che non ho capito bene quello che hai scritto e che mi sto basando sulle mie impressioni precedenti, che risalgono a una discussione vecchia mi pare che scrivessi da Bari). Fidati di lui perché se hai la sua attenzione vuol dire che ti apprezza. Io avevo invece capito che fosse un molestatoree che tu lo tollerassi perché eri in torto avendogli dato fastidio a tua volta. Ecco, allora a questo punto ti dico: se si tratta di qualcuno da sopportare (parli sempre di pesi), se puoi farne a meno fanne a meno allontanandolo. Se ti scrive o dice cose che ti turbano non lo ascoltare e non lo leggere. Digli semplicemente che se vuole comunicare con te e ottenere la tua attenzione deve farlo nella maniera più giusta per te e non per lui. Considera che noi che di mestiere facciamo i venditori (sai che lavoro nel campo delle assicurazioni) abbiamo questi modi di attirare l’attenzione e di convincere i nostri clienti a comprare i nostri prodotti. Se il tuo amico del call center svolge un lavoro simile al mio è probabile che sia entrato nel ruolo anche nelle altre situazioni che vive fuori dell’ufficio e che abbia trasferimento questa attitudine al web, col blog, per poter stare al centro dell’attenzione. Tutti voi che avete un blog infatti amate stare al centro dell’attenzione. Così facendo i vostri amici diventano il vostro pubblico (persino in una conversazione a due comequesta nostra adesso) e allora anche i parametri di giudizio cambiano. Io per esempio:chiuso l’ufficio so che non devo vedere polizze a nessuno, non ho siti web, non fremo dall’entusiasmo per raccontare i fatti miei ai 4 angoli del globo terrestre per mezzo della rete. Ciò mi consente di creare e mantenere la genuinità e l’intima dei miei rapporti. Questo per dire che, secondo me, se quel tuo amico che è in cerca delle tue attenzioni piuttosto che parlare direttamente con te lo fa in pubblico sul web, vuol dire 2 cose 1.che cerca un audience e la cerca per darle in pasto i vostri screzi 2. Che ha sbagliato completamente strategia con te, tanto da averti indotto mi sembra a tirarti indietro nel dialogo (visto che tra l’altro lui si prende uno spazio ‘abnorne’) ecco: se fosse calata nella realtà lavorativa, questa situazione vedrebbe te nella parte della cliente e lui in quella del venditore. Tu lo manderesti a quel paese giudicando lui invadente e assillante e la vostra conversazione strumentale perché mirante ad uno scopo, per indurti o convicerti a compiere un’azione di cui tu non vedi l’utilità (hai scritto che parlare con lui è inutile e irrilevante), invece lui si: e utile per lui scriverti in pubblico o mandarti le frecciatine così il suo pubblico si incuriosisce ed aumenta. Allora tu capisci che non sei più il destinatario della conversazione ma il pretesto per dare spettacolo. Metti in campo la ritrosia femminile con un grande ritardo sulla conversazioni e ti preoccupi di coprire la tua emotivita’, gli stati d’animo, le confidenze che gli haifatto e ttutto ciò che di prezioso e privato una donna possa avere con una passata di vernice fatta di insulti, per evitare che ciò che gli hai scritto diventi materiale per il suo show. È normale. Sei anche sul punto di dire ‘ma xhi me l’ha fatto fare! ‘, soprattutto perché, nel caso in cui ti avessi creduto di meritare rispetto e riconoscenza per quel debito che ha nei tuoi riguardi, lui avrà pensato oppure ti ha detto che non era indispensabile che gli manifestassi tanta solidarietà. Cioè è lui che ti dice ‘ma chi te l’ha fatto fare’ sminuendo il gesto e quindi anche te (che dici che vali poco ma non è vero!). Ma poi io non capisco perché ribalti le parti:è lui che cerca attenzioni, non tu! È lui che sminuisce il tuo gesto e non tu! È lui trasforma le vostre comunicazioni in qualcosa di inutile e irrilevante non tu! Ed è anche un bel pezzo di idiota a sprecare in questo modo la tua disponibilità. Dagli fiducia e forse capirai che tanto stupido o interessato a certa pubblicità del vostro dialogo non è. Ma non ti aspettare niente in cambio, perché se lui non sa essere all’altezza della situazione non vedo perché t7 debba fartene un problema o un peso. E chissà: forse con l’indifferenza si autodistruggera’ come la tua amica troll (ma chi frequenti?) E poi io non posso sopportare che esiatano uomini così fessi da non accorgersi quando mancano di delicatezza al punto di far piangere una donna! Tu tendi a farti carico dei difetti altrui:credo che sia un aspetto del tuo carattere. Per tutto il resto posso concludere dicendo che se continua così il tuo amico non riuscirà a vedere nemmeno un abbonamento.

  15. Ma sì: per me ci sono la comunicazione via internet (superficiale, distaccata, che si svolge quasi tutta in un ambito professionale) ed una personale ed emotiva (che avviene nella cosiddetta “sfera fisica” oppure, se su internet, quasi tutta per posta elettronica, fatta eccezione per certi scambi personali in questo blog, in una dimensione personale e pubblica allo stesso tempo). La comunicazione di rete impersonale rienta nella sfera professionale, perciò è “scientifica”, l’altra è “emotiva”.
    La prima la sostengo esercitando gli “strumenti scientifici” (senza scopi manipolatori o strategie di marketing ovviamente, perché anche i miei scambi professionali/impersonali servono per produrre, contenuti, informazione e dialoghi: non vendo nulla ma uso le parole per produrre effetti positivi, creare dialoghi, rapporti interpersonali, stimolare l’interattività con tutti i vantaggi che gli scambi interpersonali portano in termini di “umanità”, cultura, consapevolezza, confronto, dialogo, ecc); la seconda, confrontandomi soprattutto con i miei amici su quegli aspetti comunicativi problematici che non posso affrontare con gli strumenti dello “scienziato”.
    Ovviamente, i dialoghi “normali” e i rapporti interpersonali più profondi che non siano “problematici” non mi fanno domandare le stesse cose che ho chiesto a te.
    Ma qui mi interessa il tuo punto di vista sulla comunicazione “emotiva” di rete e telefonica 🙂

    L’amica non è un’amica: era una connessione. Una persona alla quale avevo chiesto l’amicizia perché mi era dispiaciuto che si fosse sentita insultata e criticata in un gruppo col quale effettivamente non aveva nulla a che fare ma che ha comunque turbato con la sua insistenza, perché ha puntato i piedi per affermare le sue ragioni (più volte, cambiando nickname)su argomenti che però erano del tutto infondati. Quando allora, per l’ennesima volta, le è stato spiegato che si stava sbagliando, perché il suo pensiero era frutto dell’ignoranza di alcune cose (che tra l’altro le abbiamo pure spiegato) si è offesa e si è sentita insultata: allora ti avevo chiesto la tua sulle ragioni di questo comportamento, perché noto che sono in molti a comportarsi in questo modo sui SN e, in parte, so spiegarmi anche il perché se guardo alla cosa da una prospettiva “scientifica”.
    Con la comunicazione interpersonale “emotiva” (soprattutto “analogica”) invece: sono dolori 😀
    Il mio amico “centralinista” non è uno stronzo: è un uomo di grande cultura, laureato, che occupa un ruolo dirigenziale e di grande responsabilità (cioè non vende abbonamenti).
    E’ uno che non ha maturato alcun “debito di solidarietà”, perché, se gli sono andata in contro, l’ho fatto perché lo volevo, ci credevo e non mi aspettavo nulla in cambio.
    E’ solo che mi sono sentita offesa dal suo comportamento “ambivalente” e sminuita dal suo atteggiamento da idiota/fesso. Cioè: una persona che conosco, e quindi so come e cosa pensa e so cosa non farebbe mai, che si comporta da “stronzo” solo con me, proprio con me, mi svilisce perché mi fa credere proprio ciò che poi gli ho anche detto chiaramente, parafrasando: ma tu aspettavi proprio me per comportarti in questo modo? E che sono io un pollo?
    E’ una questione di dignità, non di fiducia, poiché io non ho alcun problema ad apprezzarlo o a stimarlo quando “si comporta bene”.
    Ma lui fa cose che mi danno fastidio: l’ambiguità, il “messaggio subliminale” che a volte colgo tra una riga e l’altra del suo blog è aberrante e intollerabile. Io divento il suo strumento per attirare curiosi (e mi sento male per questo) e non sono più la destinataria dei suoi messaggi. La sua fortuna è quella di non essere un giornalista: altrimenti prenderei il suo computer o tablet e glielo sfascerei sulla testa (tanto per cominciare), perché, con il suo modo di fare, fa il contrario di quello che andrebbe fatto e di ciò che avrebbe fatto proprio lui in altre situazioni, se non avesse scelto me come bersaglio dei suoi “messaggi subliminali”.
    Non so se ti ho detto che tempo fa sostenni dei colloqui di lavoro per il call centre. Frequentai anche i corsi di preparazione. Lui lì era praticamente un’altra persona: il contrario. io – che invece non sopporto questo logorio mentale frutto di una comunicazione “malsana” – gli ho scritto per sminare il nostro terreno comunicativo e per disinnescare tutte quelle bombe che con ogni insulto, ripicca, recriminazione, avevo sganciato qua e là. Avrei voluto anche dirgli che non parliamo 2 lingue diverse e che se vuole dirmi qualcosa in modo “normale” e diretto, lo può anche fare.
    In realtà, la nostra comunicazione è irrilevante perché non ha nemmeno una ragion d’essere in questo momento. Ma io mi faccio facilmente influenzare da ciò che scrive, ancora ho nella testa l’ambivalenza delle sue parole e delle situazioni (la sua incoerenza) e mi ha ferito proprio quell’atteggiamento del “ma chi te lo fa fare?” che hai detto, perché oggi mi sembra che abbia voluto dire che, se lui ha deluso le mie aspettative, lui non può accettare i miei rimproveri (anche se io non l’ho né rimproverato, né giudicato più dall’ultimo insulto); che non ho il diritto di giustificarmi per tutto attraverso la mia momentanea situazione di “non-felicità”; che se lui è cambiato (io non lo trovo cambiato, solo “schizofrenico” in alcuni modi di fare e pensare), gli sta bene e io me ne posso anche andare a…
    Questo è il messaggio che mi arriva, non quello che mi ha detto, perché lui con la comunicazione gioca. Sicuramente lo fa per attirare la mia attenzione; ho qualche dubbio invece sulla questione dello sciovinismo; invece sono sicura che a me quasi non ci fa caso.
    Probabilmente hai ragione quando dici che mi faccio carico dei difetti altrui, anche se penso di essermi comportata così solo con questo mio amico.
    Lui con me è stato disponibile ma negligente; assente ma presente; smemorato ma attento; menefreghista ma “comunicativo” e accogliente; premuroso ma deficiente.
    Quando mi chiese “ma che ti ho fatto?” gli risposi spiegandoglielo. Mi fece piangere perché, mentre traboccava di parole in quello spazio abnorme che si era preso, reagì al mio rimprovero minimizzando il suo comportamento. Io avvertivo il suo imbarazzo, tuttavia, la risposta che ottenni mi convinse che la ragione di quella telefonata fosse solo la salvaguardia della sua “reputazione”, non certamente me.
    Per esperienza, so che le persone difficilmente leggono mail lunghissime. Ancor meno le leggono i dirigenti super impegnati. Perciò passai la mano di vernice: con le parole, così come mi ero spogliata, mi volevo rivestire, coprendo le mie sfuriate e quelle mie affermazioni che lasciavano intravedere cose molto intime ad una persona che io presumevo che avesse la stessa sensibilità di una scimmia. Perciò: non ero più “normale”. Il nostro dialogo si era inquinato anche perché uno scemo che lavorava con lui (alle sue dipendenze) mi disse che gli gestiva il sito e l’account di facebook e perciò, quando gli scrivevo su facebook, gli scrivevo un mucchio di stupidaggini e di parolacce, convinta che le leggesse quell’altro! Ecco le ragioni della comunicazione malsana e delle idee “problematiche”.
    La fiducia: vorrei potergliela dare ma continuo ad avvertire il pericolo di una strumentalizzazione latente del nostro modo di comunicare (quella specie di “messaggi subliminali” che inquinano e confondono tutto).
    a purtroppo, io che credevo che non avrebbe letto quei chili di parole, mi sono sbagliata.
    In questo momento questo mio amico sta camminando sulle bombe che ho piazzato ed ogni tanto ne fa scoppiare una. La deflagrazione avviene ovviamente nel mio stato d’animo perché è quello che ho trasmesso e comunicato.
    Non riesco a fargli capire che deve smetterla e stare più attento. Non ho nemmeno un modo per dirglielo apertamente di prestare attenzione poiché, nell’ambiguità della nostra comunicazione, con tutto ciò che “sublima” ma non mi dice, corro il rischio di fissarmi, di fraintendere e di starci poi male: cioè di avvertire questo “ronzio” di un logorio mentale che in parte è prodotto anche dalla mia auto-suggestione.
    La “cura”, secondo me, non è la fiducia ma una disposizione interpersonale “sana”, che sia frutto di un ambiente comunicativo “normale”. Il problema è che se il mio amico cammina sulle bombe adesso…
    e si permette di lanciarmi messaggi subliminali (oppure mi dà semplicemente quest’impressione)è colpa mia.


    quando discuto con te di certe dinamiche socio-comunicative è perché mi auto-analizzo. Tu sei molto attento e intelligente. Mi aiuti a scoprire i “difetti del mio carattere”,però penso che in questo caso io non riesca ad elaborare due cose: 1) la schizofrenia comportamentale del mio amico ed i suoi errori di giudizio quando scivola sulle “bombe”; 2)l’aurea di “educanda” di cui mi circondo quando per galateo, gentilezza, diplomazia, eccessiva accondiscendenza verso gli altri, tendo ad amplificare i miei difetti e a minimizzare i difetti degli altri: in questo modo convinco il mio interlocutore di avere sempre torto, di aver sbagliato e di necessitare delle sue “correzioni” perché lui è migliore di me.


    Ieri sera sono andata a dormire molto presto. Poi ho avuto un incubo, mi sono svegliata e ti ho scritto.
    Che stia sognando male o bene, mentre dormo ho sempre una “colonna sonora.
    Stanotte ho sognato che ero sul tetto insieme ai Beatles. Loro suonavano ma, alla fine di ticket to ride, il giovane Paul mi spingeva giù. Precipitando mi accorgevo che quel grattacielo in realtà era un palazzo di roma e quando riuscivo ad appoggiare un piede su una finestra su cui era scritto “the age of aquarious”, si accendeva un jukebox e partiva una canzone di Fabrizio DE Andrè. Allora nel mio volo cominciavo a planare, a dondolare quasi sulle armonie di “crueza de ma”. Solo così riuscivo ad arrivare a terra senza farmi male. Ma giunta sull’asfalto, vedo un’ombra che si avvicina: è il giovane Mccartney col suo caschetto, penso, ma poi… non appena la sagoma si definisce, riconosco la faccia dello scemo che mi disse che l’account di facebook del suo capo in realtà era il suo. A quel punto inciampo sui tre gradini dell’entrata di un teatro di Roma. Ma l’altezza è tale che io mi spezzo le braccia.
    E così, pensando alle mie difficoltà occupazionali e al mio amico troll (l’anziano), non sono più riuscita a dormire.
    Poi, dopo aver letto la tua risposta, ovviamente non ho potuto non pensare ancora al “centralinista” che cammina sulle bombe comunicative. Forse devo solo aspettare che esplodano tutte e che il discorso si esaurisca da solo.
    In realtà, al mio amico avevo espresso il desiderio di fare un “reset” di memoria ed un “ripristino sistema allo stato precedente”. Ma lui non ci riesce e la situazione attuale (il logorio mentale) non lo consente.

  16. Ahahah! Cara amica sei simpatica e tenera. Già mi vedo mentre mini il terreno e mi bombardi di parolacce e insulti perché ti ho detto qualcosa di sbagliato :). Coi troll: non ti curar di loro.guarda e passa! Col tuo amico: se non parlate più, concedigli almeno una fiducia ideale affinché ciò sia sufficiente anon farti sentire in imbarazzo per le cose personali che ti sei lasciata scappare. Costui, nel giro di poco, è passato da molestatore, a stronzo a schizofrenico a sensibile quanto uno scimpanzé. Quindi è sulla strada Buona per recuperare stima e fiducia. Se inoltre non si cura tanto di te, credo che a quest’ora non so stiq qdoperwndo in una comunicazione subliminale ne nel fare la scansione oculare di ogni frase che gli hai scritto. Evidentemente ti senti in colpa perché sai di aver esagerato. Ma che ti ha fatto per scatenare la tua ira? A questo punto la domanda è lecita e se la porrebbe qualsiasi uomo che sia più intelligente di uno scimpanzé. Dovresti pensare però che perdere il controllo è normale, soprattutto se vivi in una stato d’animo abbattuto. E se poi un uomo è capace di provare imbarazzo -fidati di quel che dico – un po’ di sensibilità e senso di responsabilità ce l’ha. Li userà per non inviarti messaggi subliminali. Sul tuo incubo non so cosa dire tranne che io non faccio mai sogni musicali e comunque difficilmente me li ricordo al mio risveglio. Però sul tuo atteggiamento da educanda posso dire che puoi correggerti mostrandoti più sicura di te ma considerando che chi è presuntuoso di natura (come quel vecchio troll) difficilmente concepira’ che non hai bisogno dei suoi insegnamenti e delle sue correzioni. Mi ricordo che a tal proposito scrivesti delle cose dolorosissime im riferimento alla tua difficoltà di trovare lavoro e associasti questa difficoltà con quell’ignoranza che il vecchio troll ti attribuiva. Poi parlasti di quell’accusa di invidiare un tuo eccellente collega (che ho identificato perché non è difficile da capire…) e di come la cosa ti avesse umiliato visto il perdurare delle difficoltà. Ma non devi considerti come fece il troll! Perché lui ti stava insultando! Purtroppo se metti musicheculture come keyword su Google ti esce un risultato che porta a un blog preciso. Ma se ti dà fastidio quel commento puoi sempre chiedere al blog master di cancellarlo e credo che lui lo farebbe, anche perché nonostante non mi interessa ciò che scrive non dubito del fatto che sia una persona seria e professionale. Ritornando al tuo amico manager invece volevo ribadire che se è vera quella pratica della comunicazione subliminale allora o è fuori della realtà ( e pure di testa) o cerca um contatto con te ma per qulche ragione. Ti abbraccio forte e mi raccomando: quamdo sogni non precipitare dai palazzi e occhio (anzi… orecchie) lla colonna sonora che mi introga a ne voglio sapere di più data la mia scarsa fantasia

  17. …secondo me è giusta l’opzione 1: immagina cose fuori dalla realtà 😀
    Naturalmente la scimmia è indolente e perciò non si cura di me per fortuna: almeno posso sperare di evitare scannerizzazione oculare!
    E’ l’unica considerazione che non mi fa sentire in imbarazzo. Ho comunque esagerato e qualche scusa la dovevo. L’amica troll non è più connessa con me (si è disconnessa lei) ma su fb si discute normalmente e non sono da sola. Altri mostrano apprezzamento per le mie idee e non ho certo l’aria di un’educanda.
    Detto ciò, grazie per la tua gentilezza: naturalmente posso commentare solo conversazioni pubbliche evitando quei riferimenti che possano portare ad identificare le persone. Mi spiace per Paul McCartney. Ma raccontarti quel sogno è stata già una “trasgressione” ed un’apparente banalità. Se ti dicessi che, per esempio, nel mio incubo ricorrente c’è Gigi D’Alessio, tu immagineresti il perché, la conversazione di farebbe un po’ frivola e un po’ curiosa , mentre la sua banale superficialità maschererebbe quel “vissuto” che non vorrei esternare o che ho “liberato” in modo molto, troppo, affrettato. Eviterei comunque ogni riferimento a persone reali che si possano riconoscere (è la stessa raccomandazione che ho scritto via e-mail ad altri partecipanti al blog).
    Grazie: il tuo punto di vista è stato illuminante 🙂

  18. Ciao allora? Come va? Più tardi ti racconto dei dischi che ho preso. Tu hai qualche news dal mondo ? Che fa la fauna dei social network?

  19. …Una lettrice del blog mi ha scritto in privato confidandomi che, secondo lei, il mio incubo è la metafora della precarietà: quando vivi così, ti senti mancare la terra sotto i piedi.

    uno in gambissima rischia di apparire come una scimmia affetta da schizofrenia comportamentale perché io, durante i miei viaggi in rete, sono stata “sbucciata” come una mela e adesso la polpa si mostra in tutta la sua nudità.

    il troll non è più un troll: all’interno del gruppo si è diffuso il sospetto che si tratti di un tentativo “politico” di distruggere il gruppo dall’interno e di minare la credibilità dei suoi membri. Dopo aver dato dell’ignorante a chiunque, senza i suoi commenti su facebook è tornato il silenzio. Non ho più sue notifiche da 4 ore: probabilmente è stata bannata dal moderatore.

    mangiavo una mela gialla e pensavo che tutti i troll che ho incontrato sulla mia strada mi hanno dato dell’ignorante e hanno scatenato in me la stessa reazione: ora non sono più sola. Nemmeno questa volta sono riuscita a trattenermi dal mandare via il disturbatore ma oggi, forse grazie al contesto in cui mi trovavo, l’ho fatto con toni diplomatici e molto eleganti; ho pensato a tutto ciò che sul lavoro mi manca.

    un collega mi ha detto che ho una scrittura raffinata e che gli piace il mio stile. Io ho ripensato a colui che tanto tempo fa mi disse che scrivo “come un carabiniere”: ho pianto e riso nello stesso momento.



    che dischi hai comprato?

  20. Ciao!
    Scusa il ritardo ma avevo abbandonato il web per il mare!
    Sono di ritorno da una vacanza stupenda nel mediterraneo: da Mykonos, all’Egitto, a Caltanissetta a Cefalù!
    Dopodomani riparto, diretto nel Sudamerica: lo sai che ho un fratello che vive in Perù?
    I dischi:
    -Depeche Mode
    – Ultimo dei Flaming Lips (in ritardo)
    -Claudio Baglioni (regalato alla zia di mia moglie).
    in download: quello dei Platonick Dive che avevi segnalato tu. L’ho messo in ufficio. Ascolto musica dal pc e la mando anche per i clienti: dunque gli mp3 sono comodi!
    Ho anche National e Luminal
    Però DELTA MACHINE è una cosa spettacolare!

    come va coi troll and other friends?
    Non ricevo aggiornamenti da musicheculture da un po’: sei in vacanza? Stai scrivendo altro? Altrove?

  21. Ciao!
    Complimenti per la vacanza: hai fatto benissimo a lasciare il web per prendere il mare!
    A Roma, io mi sciolgo dal caldo forse vado via tra 2 giorni per una vacanza improvvisata.
    Mandami le foto del Perù!

    Anch’io i Depeche Mode!
    Tu hai preso il disco dei Depeche Mode?!!
    Ma non è new wave!?
    Hai comprato Baglioni?
    (ok, per la zia)
    Platonick Dive: grazie di prestare attenzione ai miei scarabocchi!

    Sto scrivendo altrove ma soprattutto sto lavorando ad un nuovo progetto editoriale (espansione di una testata).
    In realtà: sto scrivendo poco. Direi che è colpa del caldo ma non solo.

    coi troll ho smesso di discutere. Semplicemente: li ho bloccati. Su facebook, quando blocchi un utente, non vedi più i suoi post (e lui non vede i tuoi). In questo modo: loro parlano al vento e io non perdo il mio tempo a leggere le loro emerite sciocchezze, gli insulti, ecc
    Ciò mi priva del controllo di quel che si dice su di me, tuttavia, riguardo alla mia amica, tutti hanno capito la caratura del personaggio e, tra superbia, arroganza, ignoranza e quel nick che la rende anonima, nessuno la prende più sul serio.
    Ma c’è un fatto curioso: come sai, questo troll ha invaso uno dei gruppi in cui sono iscritta. Ma non potendo leggere più i suoi interventi, ricevo solo le notifiche di coloro che le rispondono. Così noto che un sacco di gente s’arrabbia perché lei evidentemente continua a dar fastidio, ma non ne so più il perché 🙂
    Il blog del manager di quell’operatore mobile lo ignoro da un bel po’ di tempo: da quando mi hai risposto e ho pensato a ciò che avevi scritto.
    Ho riflettuto su 2 tue considerazioni che ho trovato illuminanti, sai?
    1) che mi carico i pesi
    2)che mi assumo le colpe dei difetti degli altri.
    Dopo di ché, ho seguito l’istinto e la ragione e ho cominciato a scaricare tulle le presenze e i dialoghi inutili (parlo sempre di web, ovviamente); ho scoperto che – essere ignorati pubblicamente – è umiliante. 🙁
    Cioè: io sono abituata ad avere un pubblico di lettori: sono tutte persone intelligenti, sensibili e di grande cultura e rispetto. Ciò mi rende una privilegiata, almeno per quel che riguarda la scrittura di lavoro.
    Ma poi ci sono le conversazioni semplici che…non sempre vanno bene.
    Io non so se ti avevo raccontato di un tizio che si è offeso perché ero entrata nel blog di una sua amica per commentare una cosa musicale che mi aveva detto (non era nulla di personale) ebbene: costui si è offeso al punto di accusarmi d’aver violato la sua privacy (scrivendolo sul blog della sua amica) e facendo credere a tutti che io gli avessi fatto chissà cosa (in realtà: si parlava solo dei Gethro Tull)! Poi, per farmi un dispetto, è entrato nel sito internet di uno di quei giornali per i quali scrivo e mi ha invitata ad andare al cinema, convinto che, in questo modo, mi avrebbe restituito lo sfregio di aver violato la sua privacy.
    Allora ho capito che io e questo blogger abbiamo due concetti completamente diversi delle conversazioni via web.
    Ad ogni modo: le accuse pubbliche: sminuiscono; certi dispetti idioti:feriscono; l’essere ignorati di fronte a tutti: è umiliante.
    C’è un blogger che per me è quasi come Montanelli (ma non chiedermi il perché)che puntualmente si riempie dei commenti di questo amico (ex amico direi… visto che il suo comportamento… ripetuto per una, due, tre, volte… mi ha fatta sentire come un cane) permaloso e sprezzante, c’è un altro che “se la tira” (in modo uguale e contrario) e che si auto-ammanta di una magnifica supponenza (abbastanza da credere che io corre dietro a lui = la superfiga); un altro che mi insulta… insomma… un atteggiamento che non riesco più a sopportare e perciò, seguendo il tuo consiglio, ho deciso di scaricare tutti nel cesso e di tenermi solo il mio “Montanelli”, anche se la voglia e la ragione di scrivere non torneranno…anche per colpa del caldo

  22. OK x le foto!
    Ma il tuo “Montanelli” in che paese sta?
    Mi riesce difficile pensare ad un giornalista musicale che sia davvero capace oltre la sufficienza qui in Italia!
    Tu hai condotto un programma musicale molto bello, vario, con musica eterogenea,
    But I think that you’ve got the Blues!
    Perciò penso che, se non hai voglia di scrivere… tu puoi parlare!!!
    Sei brava e la tua voce è melodiosa. E’ piacevole anche quando sei raffreddata: sui King Crimson tiravi su col naso e facevi tenerezza; su Kaukonen/janis Joplin ti sei smarrita un po’ ma il mood di quella puntata è eccezionale; quella sul soul: FANTASTICA!
    Sei nera!!!!

    Scivi giusy, scrivi per te e non per i “sordi”.
    Mi spiace che anche sul blog di “MOntanelli” (chi è?) abbia trovato degli insulti. Però, dalle mie letture recenti di blog italiani e a proposito di quel tuo “essere ignorati è umiliante”, pensa che i sordi e gli ottusi di quel tipo hanno difficoltà ad accettare l’insolito, l’alternativo.
    Tu mi hai chiesto di non fare nomi e io rispetto la tua richiesta, ma lasciami almeno dire che i peggiori blog musicali italiani, secondo me, sono proprio quelli dei quotidiani italiani.
    Anna Masera se la cava benino, Fegiz… va beh: ha il suo pubblico, ilFatto ha molte pagine interessanti ma… col corriere e repubblica, soprattutto con repubblica, si tocca il fondo: se si esclude un Lastella (che comunque non si occupa solo di musica ma anche di cinema ed altre arti) coi suoi rari momenti di originalità, con E. Assante si tocca proprio il fondo: notizie vecchie, superficiali, dozzinali, lacunose, tendenziose e poi date sempre in ritardo rispetto agli altri… Come dite voi giornalisti: uno che “non sta sui pezzi”. Quando le poche cose interessanti che propone arrivano alla sua attenzione, ne ha già parlato mezzo mondo e già questo basta per rendere la lettura di quel blog e di quel giornale inutile e superflua.
    La dipendenza dalle fonti estere poi è scandalosa: non lo dico solo per gli articoli tradotti dall’inglese all’italiano e spacciati per originali, quanto per la pigrizia giornalistica, la lentezza, l’assoluta volontà di ricerca, di selezione.
    IO non partecipo a nessuno dei blog citati, soprattutto quello principale di repubblica (tranne per un arco di tempo che andava dall’identificazione del troll, al tuo “saluto” poco inglese :-D: volevo sapere cosa ti stessero dicendo…mi ci hai attirato tu.
    E sinceramente non capisco perché ti sia abbassata a farti accusare di essere una manipolatrice e scemenze simili: penso piuttosto che il tuo giudizio sia piuttosto generoso, visto che lo avevi rivolto ad uno che giornalisticamente ha le caratteristiche di cui ti ho detto e che, se sta lì, ci sta perché riesce a sfruttare il vantaggio di visibilità di un quotidiano tanto importante, il fatto di essere arrivato tra i primi che parlavano di rock in Italia; perché è molto social e interattivo.
    Considera che il suo giornalismo è vecchio e che il suo pubblico è invecchiato con lui. Era primo negli anni 70-80-90 perché aveva il campo libero. Ma poi è arrivato internet e tutti quanti gli altri l’hanno raggiunto e superato. Lui invece sta fermo là e qualche volta offre “variazioni sul tema” di massa che deve sostenere per il suo target, ma arriva sempre in ritardo. In compenso, per il pubblico, leggere repubblica è molto comodo.
    E comunque, finché non ti stufa, quel blogger è simpatio. Tanto simpatico e famoso che se fossi donna me lo sposerei 😀
    Meglio Allegri, Harari, Fratarcangeli, Fortis, Fabretti, Polillo, Guglielmi…
    Non sempre uno ha il pubblico che si merita purtroppo…

  23. Caro Assicuratore,
    lei si sbaglia su alcune cose ed è troppo generoso per altre: GRAZIE PER AVER ASCOLTATO LA MIA VECCHIA TRASMISSIONE!
    Hai citato le puntate peggiori! Quelle in cui stavo proprio a pezzi.. Ah… l’inverno!
    ..comunque… l’incertezza su Kaukonen/joplin fu dovuta ad un capogiro in diretta: avevo la febbre alta e non riuscivo più a trovare il foglio con la scaletta 😛
    Le pause radiofoniche sono una disgrazia!

    Com’è questa storia che “per sapere cosa mi stessero dicendo”, sei andato a tuffarti nella fuffa della concorrenza?
    Il mio Lester Bangs (sostituisce Montanelli), in realtà, non è uno ma tanti e, in ogni caso, ogni giornalista che si rispetti, impara dai “vecchi”. Quella dei giornalisti è una specie animale dotata di antennine molto lunghe, affilate e taglienti, in grado di intercettare ogni umore, gli scenari, le prospettive, per poter essere sempre un passo avanti al cambiamento. Qualcuno è anche bravo a mascherare i propri punti deboli e a trasformarli nei propri punti di forza (più o meno come fate voi del ramo “assicurazioni”), dunque: occhio a quel che dici! 😉
    …io non ci penso proprio ad esprimere pubblicamente opinioni sui colleghi che hai citato ma tu fa pure… io non ti censuro mica!
    La mia richiesta infatti non riguardava i giornalisti o i blogmaster ma i commentatori.
    Ad ogni modo: ribadisco che per me conta di più avere credibilità e “antenne”, una prospettiva ampia e anche la capacità di intercettare nuovi interessi e lettori-clienti, anche mettendo in gioco la propria credibilità. Infatti penso che se io venissi da te per sottoscrivere una polizza tu cercheresti di vendermi la più costosa e vantaggiosa, giustificandone il prezzo con la qualità. Anche nel giornalismo si può applicare la regola di marketing suggeritami da un mio amico blogger (un tuo collega, più o meno…) una volta: se il prodotto costa poco, o è gratis, allora il prodotto vale poco.
    Ogni tua affermazione poi entra nel circolo del mercato e sai benissimo che viene sfruttata da chi è più furbo e se ne avvantaggia. Anche nel mio settore la concorrenza è altissima e chi gode di una posizione di vantaggio non esita, nemmeno per una frazione di secondo, a schiacciarti dandoti una pedata in faccia.
    Il giornalismo ha un ruolo sociale (il valore dell’informazione è nell’emancipazione culturale e democratica che riesce a produrre) ma non è un discorso a senso unico, perciò devi saper sostenere questo ruolo e avere un interlocutore (che è il cittadino-lettore) che devi comprendere, capire cosa vuole e devi aiutare a comprendere la realtà che ci circonda.
    Se vuoi parlare di giornalismo però…lo potremmo fare in privato perché io, in questo momento, ho 2 avversari: uno che mi ha accusato di fare propaganda; uno che ha approfittato del mio punto debole per trarne un vantaggio personale (di visibilità evidentemente) e che non lesina di certo l’utilizzo di quelle antenne taglienti che ha 🙂
    Io non più furba di come sembro solo che preferisco occuparmi esclusivamente delle dinamiche del mio blog.
    Non leggerai più il mio nickname in siti che io ritenga qualitativamente scarsi.

  24. errata corrige: ho dimenticato un “non”: per me contano credibilità e antenne NON l’intercettazione di clienti-lettori. Mi baso sui contenuti, probabilmente perché è una propensione al marketing più scarsa di quella di alcuni miei colleghi. Io sto in basso, nella cronaca locale, quasi nel fango, ma da quel vicolo cieco mi ir-radio in tutto il mondo.
    (Amo tanto la radio)

  25. Ho come l’impressione di aver commesso una gaffe, anche se non so spiegarmene il perché…
    …comunque,io non vendo la polizza più cara giustificando il prezzo con la qualità del prodotto: oggi nel mio settore si è “customer oriented”, cioè si ascoltano le esigenze del cliente e gli si costruisce un prodotto su misura.
    Il venditore non adotta pratiche persuasive né tantomeno si giustifica per il prezzo del prodotto!
    Mai giustificarsi sottolineando che il prodotto è caro perché è di qualità! Mai dire frasi del tipo: “costa tanto perché vale tanto”, oppure “anzi: credo che dovrebbe costare di più!”, altrimenti il cliente penserebbe, appunto, che tu voglia persuaderlo o circuirlo.
    Occorrono prontezza, “psicologia”, un po’ di retorica ma soprattutto tanta capacità di ascolto: spesso il cliente arriva da me e non ha le idee chiare su ciò che gli serve. Perciò sono io a dover capire di cosa ha bisogno. E comunque: anche nel marketing ormai si è trasparenti: la correttezza e onestà sono le uniche armi che pagano!

    Io come cliente: sono pessimo. Come lettore: sono esigente e peggiore!
    IL tuo blog però m’interessa e mi farebbe piacere se mi scrivessi in privato per raccontarmi di quel tuo “progetto d’espansione”:vorrei esserti utile se posso 😉

  26. Ciao. leggo il tuo sito però quando debbo lasciare un commento mi perdo un po’.
    Ho letto gli ultimi articoli e ho ascoltato le canzoni. Ti faccio i miei complimenti perché sei una fonte di notizie interessanti.
    Anch’io scrivo e condivido la tua scarsa propensione al marketing: un giornalista che si immischi in queste cose rischia di essere tacciato di poca serietà. Le notizie non sono una merce e non potrei ammettere che un giornalista confonda l’utilità dell’informazione con l’utile economico: si creerebbe un conflitto d’interessi.
    — mi piacciono molto i Grumblin Fur: un duo interessante.
    Pat

  27. @blogger3000: non hai commesso nessuna gaffe: è solo che quando si parla di giornalisti e di giornalismo il discorso per me si farebbe un po’ più articolato e preciso. Ciò richiede molto tempo, perciò, piuttosto che esprimere opinioni superficiali sui colleghi che hai nominato (alcuni dei quali io non conosco), mi piacerebbe fare un discorso un po’ diverso, che parli di professione. Anche perché mi piacerebbe confrontarmi con te e con gli altri amici sulle cose scritte nel mio libro.
    Per il resto: posso anticipare che, in questo momento, il giornalismo si trova in una fase di evoluzione e, mentre si discute di crisi e del passaggio dalla carta stampata al web, alcuni colleghi vivono queste trasformazioni con un po’ di preoccupazione. Mentre esiste già una generazione di giornalisti digitali per i quali internet (l’informazione su internet) non è un linguaggio acquisito; mentre si discute se con internet l’informazione parta dal basso o dall’alto, io sostengo che, in realtà, con la rete, un asse informativo di questo tipo (che vada in su o in giù) non esiste già più da tempo! La notizia non solo è svincolata dal supporto ma sempre più spesso lo è anche dalla testata. Si lega ancora alla fama dell’autore ma contano di più altri parametri (geografici, d’interesse, ecc) che ti permettono di “personalizzare” l’informazione che ricevi…. Io vorrei rimandarti alle pagine di giornalismi storie e rappresentazioni (all’introduzione) ma poi, per non sembrare pubblicità, ti regalerò il libro. Intanto, fa buona vacanza!
    @pat_xzulli: un codice deontologico impone ai giornalisti di evitare qualunque commistione tra informazione e pubblicità: le infrazioni vengono sanzionate, perciò il giornalista solitamente la evita: per cultura professionale, per questione di etica, perché tiene molto alla propria credibilità, considerando che ha il dovere d’informare con correttezza e in buona fede.
    GRAZIE DEI COMPLIMENTI: spero che vorrai restare a conversare qui insieme agli altri amici.
    Cercherò di migliorare la visibilità dei commenti
    BUON MARE!!!

  28. Grazie a te! Ma non è un problema di visibilità ma di discussione: se apro l’ultima discussione per esempio trovo scambi di msg tra persone che parlano d’altro e allora per commentare la musica non so come fare,
    Poi ti volevo dire che ho cercato il nick musicheculture e l’ho trovato in un forum di psicologia sotto un articolo che dice che le cure materne fanno bene al cervello.
    Il commento è questo che segue e io non ho capito di cosa stai parlando!

    musicheculture • 2 anni fa −
    Infatti, ciò che mi fa arrabbiare di tutta questa storia, è la speculazione che è stata fatta (e che si farà ancora) sulla vita di una persona. E’ stata lasciata sola, ma soprattutto è stata “usata” per il business musicale. E’ stato più conveniente spingerla a cantare, mandarla in tournee piuttosto che in centri di recupero per esempio. I media poi, soprattutto quelli generalisti, devono cavalcare l’onda del sentimentalismo e dell’emozione collettiva, perché è il loro mestiere ed anche il miglior modo per ottenere un riscontro dai lettori.
    Nonostante ciò, siamo, evidentemente, davanti a un caso di sfruttamento, di talento che è stato spremuto fino all’osso e che, non andrà sprecato, come la vita della ragazza che lo possedeva.

  29. Ciao Pat, grazie!
    Ti rispondo di qui:
    1) il commento che hai copia-incollato: è mio. Si riferisce a Amy Whinehouse ma non ho la più pallida idea di come sia finito in un blog di psicologia: ricordo di averlo lasciato in un blog che parlava della morte della cantante, ad un articolo che evidenziava che su A.W. si fossero fatte molte speculazioni (sulla sua vita privata e al livello di business discografico).
    Probabilmente quel testo èstato ricopiato da qualcuno e messo là.
    Io comunque non ne so nulla: più su ho dichiarato che non lascerò il mio nick su siti che non ritengo validi oppure degni d’attenzione ma non vorrei che la mia assenza/presenza in una determinata pagina web ora suggerisca idee sbagliate. Infatti, quella che stavo conducendo con blogger3000 era una conversazione astratta ma pur sempre piena di riferimenti alle dinamiche dei socialnetwork. Tu, giustamente, ha sottolineato che nei commenti non si capisce niente. Ed io sono imbarazzata per gli off topic :-p
    sul marketing: alcuni miei colleghi sono molto più ferrati di me: si vede dalla risposta sciocca che ho dato al mio amico, quando gli ho scritto che vorrebbe vendermi il prodotto più caro.
    A presto!

    p.s. blogger3000: ti scrivo in pvt, così evitiamo gli off topic 😉

  30. @blogger: file arrivato (questa è la conferma). Spero che almeno gli sms arrivino! Grazie per essere un mio lettore-cliente ma mi fa orrore questa espressione! Al tuo ritorno ti spiegherò questa storia dell’assicurazione x i libero-professionisti.
    Ora vado a fare il bagno e spengo il tablet. In bocca al lupo per la tua connessione!!!! 😀

  31. @bea la tua mail non è più attiva e non sono sicura che tu legga ancora i feed o il blog, ma se ci sei ricontattami perché avrei bisogno di una tua consulenza.
    Un invasato, su facebook, ha letto il contrario di ciò che avevo scritto, vedendoci parole che non erano scritte, come se, oltre ad autoesaltarsi, avesse delle allucinazioni visive.
    Io, convinta di essere l’oggetto che lo aveva scatenato, siccome il dibattito era pubblico, ho semplicemente cancellato ciò che avevo scritto, lasciandolo a incazzarsi da solo. ma oggi mi pento perché ritirarmi mi fa apparire colpevole agli occhi della community. io ho spiegato che cancellavo i miei interventi perché un complice vile dell’invasato mi aveva minacciata in privato. Ho accennato l’accaduto già ad un’amica e a un collega serio e professionale, ma vorrei sapere da te se esista un nesso tra ilmio atteggiamento e l’eplosione di un invasato che mi ha scelto come vittima sentendosi nel giusto. dal mio punto di vista, posso dire che, ritirandomi dalla conversazione, ho dato l’impressione d’aver torto, infatti l’esaltato ha espresso l’ultima parola affermando che avrei dovuto ammettere i miei errori. Insomma ti sto domandando: perché maniaci e professori mancati mi usano spesso come oggetto da sopraffare? io sono calma e non rispondo alle provocazioni, perché me ne frego dei giudizi dei matti e degli invasati. Che ne pensi? Che ne pensate?

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