Lo diceva Scott Gil Heron, da tutti ricordato come il padre putativo del rap, attivista per la difesa dei diritti degli afroamericani, scrittore, musicista, poeta e primo calciatore di colore ad essere entrato a far parte di una squadra inglese (i Celtics).
Ma rabbia ed amarezza tingono il mio umore di altri colori oggi, così anche la magia del soul di Heron evapora in nonsense cui fa eco il ricordo d’ingiustizie profonde.
Ma vale la pena di riascoltarlo.
Musicheculture, sito di informazione, storia, attualità e cultura musicale diretto Giuseppina Brandonisio,
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3 Risposte a “Home is where the hatred is”
fantastico,non lo conoscevo. LO scopro adesso. Ciao Giusy!
🙂
questa l’ho sempre adorata
[…] Café Orchestra. Anima le sue canzoni cantando del disagio sociale. Ricorda per questo le rime di Gil Scott Heron e i clash, ma questo diciottenne canta i fantasmi della sua genrazione. Ma si tiene rigorosamente […]
fantastico,non lo conoscevo. LO scopro adesso. Ciao Giusy!
🙂
questa l’ho sempre adorata
[…] Café Orchestra. Anima le sue canzoni cantando del disagio sociale. Ricorda per questo le rime di Gil Scott Heron e i clash, ma questo diciottenne canta i fantasmi della sua genrazione. Ma si tiene rigorosamente […]