Miracle. Quando anche in Corea era il tempo delle mele

Una recensione un po’ sui generis per Musiche & Culture che parla di cinema. Un film coreano che ho guardato in una sala romana  con la mia amica Silvia Bucchi, scrittrice e autrice per solidarietà dell’antologia Writers in Love, che voglio promuovere, perché il ricavato della vendita di questo e-book andrà a favore dell’associazione Il Primo Abbraccio di Napoli, che si occupa dei bambini  di una casa famiglia. Un film che mi ha incuriosita perché un po’ di musica la contiene: una canzone di Richard Sanderson del 1980 e che, a sua volta, fu la colonna sonora di un celeberrimo film francese che fece sognare gli adolescenti di tutto il mondo. E’ stato divertente cimentarmi con quest’esperienza nuova e scoprire che, per quanto le vie della musica possano sembrare infinite, un po’ per gioco, un po’ per amore, se parliamo di Anni Ottanta, tutte le strade, anche le coreane, conducano a un cult europeo. Dunque, per raccontare di una storia vera, scrivere  su qualcosa di diverso dal solito, vi lascio la recensione che ho scritto per questo film: Miracle.

Un tuffo negli Anni Ottanta e adolescenziali, vissuti in Corea, il valore dei legami forti – gli affetti familiari – ma, soprattutto, l’importanza del credere con tenacia nei propri sogni, per perseguire i propri obiettivi seguendo la strada già tracciata dalla propria identità e dalle aspirazioni personali. Miracle, film coreano che ha debuttato nelle sale cinematografiche italiane lo scorso 23 marzo, è una commedia ispirata a una storia vera che coinvolge lo spettatore parlando direttamente ai suoi sentimenti. Il ritmo lento del film, almeno nelle prime battute, è caratteristica comune al cinema asiatico al quale lo spettatore occidentale è poco abituato, ma aiuta a entrare con cuore e curiosità in quest’ambientazione passata che dà l’idea della costruzione del futuro. Joon-kyung (Park Jung-min), studente liceale nonché genio della matematica, ha un forte legame col passato e le proprie radici, allo stesso tempo, è proiettato verso il suo futuro che probabilmente realizzerà lontano da casa. Al centro del racconto vi è la costruzione di una stazione ferroviaria in uno sperduto villaggio di montagna del Sud della Corea. Ma il viaggio e la costruzione delle cose possono essere letti anche come una metafora della costruzione di sé e della propria vita. All’interno di una commedia leggera e sentimentale trovano spazio la profondità degli affetti e toni comici e grotteschi, appena accennati ma significativi, in un contesto rurale che si confronta anche col progresso – la ferrovia, un semaforo – e la cultura delle immagini occidentale, soprattutto in un finale che non vogliamo svelare. Miracle, diretto da Jang-Hoon Lee, insomma, è un film di formazione. Vince il premio come miglior film per le scuole in Corea nel 2022, ma è adatto a tutti, tranne a coloro che abbiano smesso di credere che, attraverso la lenta ma costante costruzione della propria vita, partendo dai sogni, sia possibile concretizzare grandi e piccoli miracoli.

Pubblicato da musicheculture

Musicheculture, sito di informazione, storia, attualità e cultura musicale diretto Giuseppina Brandonisio,

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