Ricordi in musica: Franco Battiato

E’ sempre un po’ triste, a volte irritante, pensare di scrivere post sugli artisti che ci lasciano come fossero necrologi. Ma oggi, che Franco Battiato è morto, giungere a scrivere  ciò che in molti definirebbero col nome di “coccodrillo”  ha il senso di uno sforzo necessario per non farsi strappare via qualcosa di importante. E, quel “qualcosa”, è una parte della mia storia personale, che mi vede crescere insieme alla musica di Franco Battiato, di emozioni che si evolvono, intrecciano, cambiano col tempo e si ricordano. Perciò quello che scrivo non è un “coccodrillo”, un articolo, una biografia del cantante (tanto, lo conoscete tutti) ma un modo per  afferrare qualcosa di me: un amore per la musica di Battiato che è profondo, mentre soltanto le mie parole, che lo descrivono, sembrano come sabbia che scivola via dalle mani o che scende giù, come il tempo in una clessidra che viene rovesciata. E allora il tempo (dell’amore per la musica di Franco Battiato) ricomincia, nelle emozioni vissute e ancora da vivere e nella loro narrazione, che non potrà che continuare. Alcuni di quei granelli di sabbia che cadono sono ricordi che riconosco:  le prime canzoni di Battiato ascoltato alla fine degli Anni ’70, quando si cantavano da bambini: noi piccoli, inconsapevoli del fatto che lui avesse posseduto il genio d’introdurre la raffinatezza nella leggerezza della “canzonetta”, la cultura, la filosofia, nel pop rendendole assimilabili per tutti. “Sul ponte sventola bandiera bianca” si era trasformato in un gioco da fare coi coetanei; “non sopporto i cori russi e la musica finto rock” un’affermazione della mia passione per la musica e un’affermazione della mia identità: mi sono sempre identificata con le canzoni di Franco Battiato, a tutte le età, da quando la musica era un gioco a quando ho frequentato anch’io l’istituto magistrale sognando di viaggiare in posti lontani, fino a quando mi sono posta domande profonde sulla spiritualità e il senso della vita, trovando persino consolazione e risposte nei momenti più tragici, in canzoni come “la cura”. Solitamente, chiudo un post aggiungendo il video di una canzone, ma questa volta sceglierla è impossibile perché, in ognuna di Esse riverbera una parte di me e il senso delle emozioni più profonde che Franco Battiato, attraverso le sue composizioni, mi ha fatto vivere, insegnato a comprendere, a interpretare, anche le riflessioni e le risposte a molte domande che mi hanno fatta crescere. Senza la Musica di Battiato non sarei la persona che sono – lo scrivo senza alcuna retorica –  perché quella sua Musica è stata e sempre sarà un nutrimento per l’anima. Addio Franco

Pubblicato da musicheculture

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