The Next Day: un singolo rivelatore di verità nascoste e del talento “bowieano”

david_bowie_the_next_day«Eccomi, non sono proprio morto/Il mio corpo è lasciato a marcire in un albero cavo […]Ignorando il dolore delle loro particolari malattie/Loro lo inseguono per i vicoli, lo inseguono giù per le scale/lo trascinano nel fango e cantano per la sua morte/E lo trascinano ai piedi del prete dal capo viola/ Prima ti danno tutto quello che vuoi/Poi si riprendono tutto ciò che hai/Vivono sui loro piedi e muoiono in ginocchio/Possono lavorare con satana mentre si vestono come i santi/Sanno che Dio esiste perché glielo ha detto il diavolo/Gridano il mio nome ad alta voce, giù nel pozzo sottostante». Quando all’inizio dell’anno arrivò “The Next Day”, il nuovo album di David Bowie, tutti fummo abbastanza concordi nel definirlo straordinario, perché il disco è la sintesi perfetta del genio creativo del Duca Bianco, quel risultato eccellente che supera la somma delle sue parti. E i pezzi, lo avevamo capito tutti, mettono insieme le diverse anime del camaleontico Bowie, comprendendo anche quel certo fascino dell’ambiguità che, solo grazie al suo talento, è riuscito a tenersi lontano dagli stereotipi del glam, manifestando quel dualismo che ancora oggi caratterizza questo artista: meno appariscente nel look e più esplicito nelle parole. Il caso è proprio quello di “The Next Day”, canzone tratta dall’omonimo album, la cui uscita fu accompagnata da un’immagine che si è impressa nella nostra mente: quella che ritrae Bowie col viso coperto da un foglio bianco, che ricorda la copertina di Heroes e che giocava col fascino dell’attesa e della sorpresa. Ora la canzone, come gli altri singoli estratti dall’album del resto, ha il suo videoclip. La regia porta la firma di Floria Sigismondi. A rendere unico questo lavoro però sono immagini che non lasciano scampo alla nostra coscienza e alle contraddizioni della Chiesa. Il dualismo di Bowie gioca sul doppio filo tagliente del bene e del male, che continuano ad essere le due facce della stessa medaglia, ma in un accostamento fin troppo schietto e volutamente brutale.

Il video di “The Next Day” è ambientato in un postribolo. Un prete è lì che attraversa un corridoio. Lui è lì e dovrebbe ascoltare il comandamento di Gesù… Bowie, intanto, è sul palco e canta quel messaggio, parafrasandolo attraverso il suo linguaggio: «Ascolta le puttane!». Ma il prete (Gary Oldman) non è incamminato sulla strada indicata dal Vangelo: lui le prostitute non le redime ma ci va a letto; porta il messaggio della Chiesa cattolica (quando nella sala del bar inveisce contro i “peccatori”) e poi ne incarna anche i vizi (quando si apparta con la sua “Maddalena” in una camera); intanto, Marion Clotillard è al bancone del bar che beve il suo calice… Vestita di nero, l’attrice è l’alterego di una Giovanna D’arco che appare per alcuni attimi mentre bacia l’anello di un cardinale e poi di una sposa nuda ma coperta dal velo bianco, simbolo della purezza. Piacere e desiderio, vita e morte dell’animo umano si mescolano senza soluzione di continuità. La donna passa da un orgasmo alle stimmate sulle proprie mani. La costruzione della trama del video clip, soprattutto il susseguirsi delle scene, esprime quest’ambivalenza con spudorata efficacia, svelando il falso e l’ipocrisia in maniera assolutamente unica e chiarificatrice. Quella di giocare col bene e il male, il sacro e il profano, non è una invenzione nuova per l’universo del rock e del pop. È facile ricordare il video di Like A Prayer e tutto ciò che hanno realizzato le varie epigoni di Madonna (a cominciare da Lady Gaga), ma quello di Bowie non è assolutamente un mondo fatto di citazioni e riferimenti che nasce per il gusto di trasgredire e dissacrare: bowie svela questa ambivalenza senza alcuna manipolazione, sbattendola in faccia allo spettatore che ascolta il Cristo-cantante, mentre le immagini passano svelando la parte più “nera”, e irrisolta dell’animo umano. Si rimane sbigottiti soprattutto sul finale quando, con ironia spiazzante, Bowie-Gesù ringrazia il suo pubblico per essere stato ascoltato… The Next Day è la testimonianza di come il connubio tra musica e immagini, in un artista come David Bowie, sia ancora ineguagliabile. E sarebbe un peccato se questo video fosse accusato di blasfemia. (Le immagini sono troppo cruente e i contenuti troppo espliciti per essere mostrati a minorenni o a persone particolarmente impressionabili, ma il videoclip sta circolando in rete da alcuni giorni, perciò se lo cercate, lo trovate)