I testi on line delle canzoni violano il copyright

E’ quanto ha concluso un giudice della California che ha condannato il sito LiveUniverse a risarcire gli editori della National Music Publishers’ Association (NMPA) che avevano promosso la causa legale contro la violazione dei diritti di copyright. LiveUniverse, il sito di Brad Greenspan, co-fondatore di Myspace, era già stato chiuso nel 2010. E ora Greensbam dovrà pagare 6,6 milioni di dollari. La sentenza potrà sembrare assurda a quanti di noi hanno l’abitudine di consultare il web alla ricerca dei testi delle canzoni, tanto più che, al di là dei comportamenti degli internauti, la condivisione dei testi è talmente diffusa in rete da sembrare, non solo normale ma, addirittura come un fenomeno inarrestabile. Eppure questa sentenza parla chiaro: senza aver acquistato le dovute licenze (i diritti di pubblicazione/riproduzione), LiveUniverse non avrebbe potuto inserire quei contenuti nel web. A dispetto della visibilità e della popolarità che la condivisione può portare alle canzoni e ai suoi autori, l’inserimento delle “lyrics” in un sito web, secondo le leggi sul diritto d’autore (vigenti in USA e altri paesi, come l’Italia),il diritto di copyright (il diritto di sfruttamento economico dell’opera da parte di chi la realizza, produce e immette su un supporto…) su quelle canzoni pubblicate su internet è stato violato. La violazione è stata tale da meritare una multa tanto salata. Questa sentenza è destinata a creare un precedente e a portare non poco scompiglio nel mondo on line, perché, a dispetto del fair use, la diffusione/condivisione del testo di una canzone in rete è temuta da quel comparto editoriale della filiera dell’industria discografica. Per non parlare della paura (probabile) degli autori dei testi i quali, non potendo controllare il flusso della diffusione delle loro parole, temono i plagi. Qualche tempo fa lo stesso tipo di battaglia fu condotta contro chi pubblicava on line, senza averne l’autorizzazione, gli spartiti. C’è da sottolineare che la trascrizione e poi la pubblicazione di un’opera dell’ingegno possono dar luogo ad una violazione del diritto d’autore (nel caso dell’Italia, per esempio,”Il diritto di trascrizione riguarda le opere orali, ovvero quelle opere che sono trasmesse per via orale e sono testualmente comprese nella protezione del diritto d’autore in virtù dell’art. 2 della legge”) e di copyright (quando l’opera orale viene riprodotta su un supporto qualsiasi). Ma internet è un altro modo (per molti sconosciuto): un mondo che si adatta molto male alle logiche della realtà off line. …Ricordo quando, da adolescente, ero solita trascrivere i testi delle mie canzoni preferite sul mio diario e mostrarle ai miei amici; oggi, ogni adolescente appassionato di musica che abbia un blog fa più o meno la stessa cosa. Ma la rete ha moltiplicato all’infinito le suo possibilità di condivisione. Brad Geenspam fu denunciato da Peermusic Ltd. Bug Music Inc. e Warner Chappell Music nell’agosto del 2009, perché aveva pubblicato 528 testi di canzoni senza autorizzazione (e avevano chiesto danni per 100.000 dollari a canzone, incluse “China Girl” di David Bowie e “Moondance” di Van Morrison). Non ha trovato una buona difesa ed ha presto abbandonato la battaglia.

Pubblicato da musicheculture

Musicheculture, sito di informazione, storia, attualità e cultura musicale diretto Giuseppina Brandonisio,

Una risposta a “I testi on line delle canzoni violano il copyright”

  1. mi sembra una causa pretestuosa: chi pubblica on line i testi delle canzoni non viola i diritti di copyright, perché quei testi non se li vende mica!

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