Era il maggio del 1972 quando i Pink Floyd entrarono negli Abbey Road Studios per iniziare le sedute di registrazione del leggendario ottavo album The Dark Side of The Moon.
Suoni spaziali, testi lucidi e inizialmente pensati per raccontare la condizione umana dell’artista, finirono poi per parlare dei grandi temi: il denaro, la guerra … divenendo universali.
Racconti sonori fissati in una sola immagine, di copertina, che tutti ricordano ed identificano immediatamente col gruppo inglese.
Ma non tutti sanno che The Dark Side of The Moon è stato il primo album interamente scritto da Roger Waters.
L’album, in realtà, avrebbe dovuto intitolarsi “Eclypse” perché un altro gruppo, i Medicine Head, per una coincidenza avevano pubblicato un disco con questo nome, proprio nel 1972, mentre i Pink Floyd erano impegnati in sala di registrazione.
Ma poi i Medicine Head scomparvero nel nulla, allora Waters e compagni conservarono il titolo originale, di un album spettacolare che sembra una creatura da studio e che invece fu interamente suonato dal vivo per i propri fan, prima delle incisioni negli studi in Abbey Road, al Brighton Dome, il 20 gennaio 1972.
Quel concerto fu un disastro: un insieme di “orrori meccanici ed elettrici”, come disse Roger, che però servirono in studio, almeno per segnare il passaggio da una canzone all’altra, per dare al disco quella particolare atmosfera, caratteristica della musica suonata dal vivo.
On The Run doveva essere una canzone suonata con la chitarra, ma l’ossessione per l’elettronica di David Gilmour li ha premiati: ne è venuto fuori un capolavoro di suoni tridimensionali.
Tra le voci della folla che si sentono nel disco avrebbe dovuto esserci anche Paul McCartney, visto che si trovava agli Abbey Road Studios, dove i Beatles erano praticamente di casa, ma la sua performance non piacque al gruppo, che la eliminò, lasciando solo un’eco beatlesiana in questo disco-capolavoro.
