I was here

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Genere: CROSSOVER/METALCORE

I WAS HERE - RecensioneCapita di riascoltare dei CD e di doverli rivalutare – nel bene o nel male – a distanza di qualche tempo. Il disco di cui parliamo è uscito un anno fa e finisce in questi giorni sul tavolo della redazione di Radio Tor Vergata. E’ il 1999 quando, a Vicenza, Christian Lost (al secolo Christian Lovato), cantante, e Paul By The Sun (Paolo Campi), batterista, s’incontrano e decidono di mettere insieme un gruppo che possa distinguersi dalla massa. Ai due, poi si aggiungono Mauro Daniele (chitarre e synth). Grintoso, ossessivo, penetrante, tagliente, il sound di questa band, dopo vari cambi nel line up e diversi approdi musicali, tira fuori la sua fisionomia, piantando le proprie radici nel metal crossover duro e puro, e incamminandosi sulla strada delle contaminazioni col nu metal, col dark rock e perfino con la melodia. Il risultato è questo disco, “I Was Here”, uscito nel 2007, saturo di brani aggressivi, di raffiche violente di accordi elettrici, di colpi di batteria che picchiano duro, di atmosfere angoscianti e allucinate. Ma, se poche possono sembrare le novità sul piano stilistico, ognuna delle 9 tracce di questo lavoro ha una struttura stratificata che tende a mettere in sequenza le caratteristiche essenziali delle influenze musicali alle quali il gruppo si ispira. “I Waiting For”, la canzone che apre l’album, per esempio, ha una introduzione dai toni dark, poi un susseguirsi di battute di chitarra e batteria che rendono omaggio al hard rock, poi l’esplosione del suo cuore metallico attraverso la cruda potenza vocale di Chris Lost, poi arpeggi acustici e armonie vocali limpide. C’è molta creatività ma anche un netto stacco con la prima parte del pezzo, rendendo il brano abbastanza disomogeneo e disaggregato. In compenso, l’energia e la voglia di esplorare strade diverse si sentono tutte. Stessa sorte tocca a “Reinventing Dust”: qui l’alternanza di suoni hard metal e acustici si sostiene grazie ad un arrangiamento più compatto. In “Return” e “Fucking Moquette” la chitarra elettrica si fa dolce e accompagna un’interessante apertura melodica, insolita per il genere, e rende l’idea del lavoro minuzioso che è stato fatto nell’elaborazione degli arrangiamenti. “The End of Life” è più corposa e orientata verso sonorità metal/trash ma perde un po’ del suo impatto a causa del finale prolisso dissolvendosi in un’inutile e ripetitiva ripresa dell’introduzione acustica. Interessante è invece l’ultima traccia, “A Life”, in stile nu metal e lanciata verso i territori sperimentali del metal progressive. Dotati di un eclettismo musicale, che tutto sommato può definirsi fuori dal comune, gli I Was Here incidono questo demo autoprodotto entrando in studio nel novembre del 2006. Ma la carriera della band è fatta anche di concerti, nei locali di Vicenza e in altre città del Nord, ed di qualche riconoscimento: nel 2006 partecipano al “New Fly Zone” di Ferrara, arrivando terzi, e al “Barbano Rock 2006”, dove si aggiudicano il primo premio come “The Best Sound 2006”; nello stesso anno collaborano con la band dei Darkene, con la quale danno vita a “Violent Family”, un progetto per promuovere la musica “di nicchia” dell’underground locale. I loro fans li conoscono e li seguono già da tempo, considerandoli ormai come una delle nuove promesse – già mantenute naturalmente – del metal crossover, oltre che degni “eredi” di gruppi come Iron Maiden e Sepultura. Ma la strada è ancora lunga e sotto molti aspetti, il quintetto dal cuore di metallo deve ancora perfezionarsi.

Tracklist: 01. Waiting For 02. Reinventing Dusts 03. (R.E.P.R.I.S.E.) 04. Fucking Moquette 05. My Cube 06. Return 07. The End Of Lies 08. Business 09. A Life

Lineup: Christian Lovato: voce Paolo Campi: batteria Daniel Nardi: chitarra Alessandro Grandi: chitarra Mirko Negro: basso

Pubblicato da musicheculture

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