A due anni dal doppio Mother From The Sun, ancora una volta con l’etichetta americana Melodic Revolution Records, Marco Ragni torna con un lavoro ambizioso, all’insegna di un prog-rock sganciato da atmosfere e tematiche canoniche, caratterizzato invece da un crocevia di influenze che vanno dalla psichedelia al nuovo rock internazionale, passando per gli amatissimi Pink Floyd. Non è un caso che in Land Of Blue Echoes spicchi proprio Durga McBroom, dal 1987 corista per Pink Floyd e David Gilmour. Insieme a lei special guest come Fernando Perdomo, Peter Matuchniak, Jeff Mack (Scarlet Hollow), Colin Tench (Corvus Stone), Vance Gloster (Gekko Project), Hamlet (Transport Aerian) e Jacopo Ghirardini (Stalag 17). Al centro dell’album un Ragni meticoloso polistrumentista, come accade dagli inizi della sua discografia solista: “Non sono mai riuscito con una vera e propria band ad avere il suono che avevo in mente, così ho deciso che era meglio per me fare da solo e trovare dei bravi session man che mi potessero dare una mano dove io mancavo. Questa scelta ha fatto si che io sia anche riuscito a ottimizzare i tempi e a registrare sei album in sei anni, cosa impossibile con qualsiasi altra formazione io abbia avuto”.
Attivo dalla seconda metà degli anni ’80, titolare di cinque album in proprio e due live, Marco Ragni immagina un progressive moderno e accattivante, una “terra dagli echi blu” in cui possano esprimersi svariate influenze, rielaborate alla luce della propria personalità: “Ascolto molto underground perché credo ci sia ancora voglia di sperimentare e perché c’è sempre qualche spunto interessante da far mio. Mi hanno entusiasmato Midlake, War On Drugs, Jonathan Wilson (mi piacerebbe averlo nel prossimo disco!), vado matto per i vecchi Ozric Tentacles, i Porcupine Tree fino a Lightbulb sun e non manco mai di farmi un salto dalle parti di Haight Ashbury per ascoltare Grateful o Jefferson oppure nella Swinging London, e adoro anche tutta la black music”.
Brani estesi come Horizons e la suite Nucleus, pezzi più concisi che rievocano sapori jazz-rock, neopsichedelici, funk e art-rock, ospiti stranieri e l’uso dell’inglese rendono Land Of Blue Echoes un album dalrespiro internazionale: “Non ho mai amato particolarmente la musica di casa mia. A parte i grandi gruppi prog anni ‘70 e qualche stella come Battisti, Gaber o Rino Gaetano, non ho mai sopportato tutta quella musica esistenzialista anni ‘90 e la musica leggera dagli anni ‘80 in poi. Non è stato difficile per me avere un respiro internazionale vista la mia profonda passione per tutta la musica d’oltremanica e oceano”.
Marco Ragni: vocals, acoustic and electric guitars, keyboards, bass, lap steel guitars, greek bouzuki
Special Guests: Durga McBroom (Pink Floyd): Vocals Peter Matuchniak: Lead guitar Jeff Mack (Scarlet Hollow): Bass Jacopo Ghirardini (Stalag 17): Drums Fernando Perdomo: Lead guitar on “Money doesn’t think Colin Tench (Corvus Stone): Lead guitar on “Between moon and earth Vance Gloster (Gekko Project): Keyboards and Hammond Organ Hamlet (Transport Aerian): Bass on “Queen of blue fires”
Info:
Marco Ragni: www.marcoragni.com
Melodic Revolution Records:
www.melodicrevolutionrecords.com