Una delle cose memorabili del concertone del Primo Maggio è certamente l’inno nazionale in versione rock di Eugenio Finardi che ha aperto la manifestazione del 2011. Un’esecuzione più che dignitosa, quella del cantautore milanese, sospesa tra il rock e la taranta, di un fuoriclasse della scena musicale nostrana, ben invecchiato sulle corde del rock e del blues.
L’idea di una “Fratelli d’Italia” elettrificata è stata brillante, anche se non è nuova. Tra i precedenti infatti troviamo: una versione dei “Fratelli metallari d’Italia”
una degli Apocalyptica:
una versione a cappella di Vasco Rossi, a San Siro, nel 2008, che esalta lo spirito sportivo più di quello patriottico e con le parole sbagliate, quando Vasco confonde la parola “coorte” (che è un modo di schierarsi sul campo di battaglia da parte dei soldati) con “corte” (che è la residenza di un sovrano, il perimetro esterno di un fabbricato o altro): nessuno è perfetto!
Senza contare le centinaia di cover amatoriali, i rifacimenti o le parodie del testo. Il nostro energico inno nazionale! Coinvolgente e rivoluzionario, con le sue note ribattute che ci fanno cantare tutti, ma proprio tutti: “po-ro-po-po-ro-po-po-ro-pom-po-po-po-po”… …Se qualcuno avesse parlato a Mameli e Novaro della loro anima rock, i due eroi del Risorgimento, probabilmente, non ci avrebbero creduto.