“Nelle strofe del brano si susseguono immagini oniriche che rimandano alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, forse anche di noi stessi. Il tutto converge nel ritornello: chiuso in una stanza, e nella musica, ciò che si cerca è una nota, che in realtà si ha già in testa: “in testa ho una nota, penso sia tu”. Questo “tu” può avere varie sfaccettature e l’interpretazione rimane libera: è realmente una nota, è la musica, la persona amata o entrambe? La coda del brano è una danza di sintetizzatori che rappresenta attraverso l’audio la deriva finale di questa “clausura metaforica” tra quattro mura che rappresenta Musica Nella Stanza, mura ideali di una stanza o della nostra testa.”