Nelle scarpe delle donne

Oggi si è celebrata in tutto il mondo la giornata contro la violenza sulle donne. Tantissime sono state le manifestazioni, gli eventi culturali, i forum e i dibattiti organizzati nel nostro paese: Dacia Maraini pubblica un libro che, forse non a caso, s’intitola come una vecchia canzone sanremese che fece un po’ di scalpore a suo tempo; io mi ricordo invece di una canzone di Tracy Chapman, mentre su Facebook qualcuno riporta un’immagine curiosa che sta facendo il giro del web: alcuni uomini di Toronto si sono lasciati fotografare mentre, sui tacchi a spillo, andavano a lavorare. Trovo che sia un’immagine straordinaria: ricca di fantasia e di significato. Mentre si raccontano storie, cronache di violenza e brutalità, senza toccare le corde della sensibilità di ognuno di noi con la retorica e la banalizzazione, mi piace pensare che questi canadesi abbiano pensato di immedesimarsi nel mondo femminile per invitare tutti a conoscerlo, comprenderlo, rispettarlo: a valorizzarlo insieme al nostro universo di relazioni. Mi piace credere ciò perché, al di là di tutte quelle facili categorizzazioni di genere – alle quali, personalmente, non credo -, se c’è qualcosa che davvero e spesso accomuna la sensibilità delle donne, è proprio l’idea di non ricambiare la violenza subita, di riuscire a sopportarla e a minimizzarla, anche quando l’offesa ricevuta è talmente grave da meritare un riconoscimento e una giusta riparazione. Conoscersi, comunicare (denunciare…), rispettarsi e avere dignità dipende da tutte le persone: siano esse uomini o donne.

Un po’ di storia musicale al volo e a memoria: Riccardo Cocciante, nell’album “Margherita”, parla di stupro nella canzone dal titolo “violenza”. Nel 1988, Luca Barbarossa presenta al Festival di Sanremo “L’amore rubato”: il cantautore scrisse il brano pensando di proporlo a Fiorella Mannoia, ma poi, dopo essersi consultato con la cantante, decise di interpretarlo lui stesso (facendone, tra l’altro, uno dei suoi maggiori successi), perché – stando alle dichiarazioni rilasciate alla stampa, all’epoca – egli temeva che la canzone, qualora fosse stata interpretata da una donna, avrebbe potuto assumere un tono troppo “vittimista”  e indesiderato. “Behind The Wall” è invece il brano di Tracy Chapman che qui vi propongo: Anche il brano della Chapman è del 1988, fa parte di “Tracy Chapman”, l’album del debutto per la cantautrice americana che, come “Non tutti gli uomini” (il disco di Barbarossa che contiene il brano su citato), fu al primo posto della classifica dei dischi più venduti in Italia per alcune settimane di quell’anno.

Pubblicato da musicheculture

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