Psalms Symphony, di Peter Jonatan e la Metropole Orkest

Mescola sapientemente le atmosfere della musica classica, ottoni imponenti che danno all’ opera un sapore cinematografico, le scale del jazz la Sinfonia dei Salmi di Peter Jonatan. Un’opera moderna ispirata alla Bibbia che il pianista indonesiano pubblica nel 2023, dopo il singolo It’s the Most Wonderful Time of the Year, che vede la collaborazione con Pepita Salim e la Budapest Scoring Orchestra. Psalms Symphony è una composizione che propone interessanti e originali intersezioni musicali tra musica sinfonica e blue notes. Pianista, compositore e arrangiatore, Peter Jonatan riceve la bacchetta del direttore di uno dei migliori grandi ensemble d’Europa, la Metropole Orkest, fondata nel 1945, che ha accompagnato i più grandi, tra i quali  Dizzy Gillespie, Bono, Louis Cole. Peter Jonatan, nato a Giakarta e residente a Boston, da tempo è attratto dalle forme ibride di jazz e musica classica e la Metropole Orkest (con  Vince Mendoza, il suo ex direttore, una grande influenza artistica per lui) è il top in questo senso. E così è stata scelta per l’esecuzione dell’opera del musicista di Giakarta, che ha scritto la partitura e curato gli arrangiamenti, ma non ha diretto l’opera scegliendo di godersela come ascoltatore. Comporre un’intera sinfonia per un gruppo così apprezzato è stato senza dubbio un sogno realizzato. In termini più pratici, è stato anche il culmine di anni di studio alla Berklee e il Conservatorio del New England (entrambe queste famose istituzioni ora ilo mpiegano  come docente). Quest’opera impotente  ha come soggetto il  Libro dei Salmi – o meglio quattro salmi, scelti con cura da Jonatan per il loro potenziale espressivo e musicale. Per la maggior parte, la Sinfonia dei Salmi è parallela alla forma sinfonica classica, con un grande tema di apertura e variazioni (“Dio, il Magnifico Re”, Salmo 29), un adagio (“Dio, il Misericordioso”, Salmo 136), uno scherzo ( “Dio, il Protettore”, Salmo 121) e un finale ancora più grande (“Dio, il Salvatore e Santo Giudice”, Salmo 96, con coro al completo e solisti). L’elemento jazz è forte, con il pianista Jasper Soffers, il bassista Aram Kersbergen e il batterista Martijn Vink che funzionano come una band all’interno della band – improvvisando, swingando forte, ma anche mantenendo le parti principali dell’orchestrazione scritta. Spiega il critico David R. Adler: “Ogni movimento descrive il carattere di Dio così come rappresentato dal Salmista”, afferma Jonatan. “C’è un singolo motivo ricorrente, raffigurante Dio, che appare in diverse variazioni in tutti e quattro i movimenti. Stilisticamente, la sinfonia fonde classica e jazz con influenze di generi diversi come colonne sonore gospel, cinematografiche e di videogiochi. Questi sono tutti stili musicali che mi hanno plasmato come compositore. Il movimento 1 risuona con archi e ottoni, un’esplosione di potenza concentrata prima che il trio entri, stabilendo una sensazione ritmica rilassata, uno stato d’animo nello stato d’animo. Il basso pizzicato di Kersbergen, piuttosto che secondario e di sottofondo, parla forte e chiaro, dando al trio la propria robusta presenza nel mix. Soffers inizia il Movimento 2 con pianoforte solo, e presto le sonorità più morbide dell’orchestra (flauto, oboe, arpa) iniziano a venire alla luce. Il movimento si trasforma in una ballata jazz con il trio davanti e al centro, l’assolo di basso di Kersbergen e le parti orchestrali finemente realizzate di Jonatan che incorniciano la narrazione mentre prende forma. Il Movimento 3 si apre con gli archi come nel Movimento 1, ma con una struttura più omofonica. I fiati aumentano e sostengono e il trio torna con una bossa nova moderna, impressionista e alla moda. La sezione centrale contrappuntistica più movimentata mette in risalto l’orchestra, seguita da un rientro in trio e dall’assolo di pianoforte più virtuosistico del set. Quando ritorna la sezione del contrappunto, diventa un dispositivo di scambio a tempo indeterminato con Vink alle spazzole, il cuore stesso della simbiosi tra jazz e classica. Il movimento 4 incorpora il coro, portando la Sinfonia dei Salmi ad un finale fragoroso alla maniera di Beethoven, Berlioz e Mahler. “Ho guardato l’arco, la struttura della sinfonia”, ricorda Jonatan, “e il movimento finale doveva essere qualcosa che portasse una sensazione di conclusione. Nella progressione del lavoro aveva senso metterlo lì, per dare un peso al movimento finale, per creare una sorta di livello diverso da tutto ciò che viene prima. Si tratta di musica che oltrepassa i confini, immaginabile sia in una grande sala che in un locale jazz, proprio come il lavoro di Claus Ogerman, Billy Childs, Alan Broadent, Maria Schneider e altri modelli contemporanei – i quali, a loro volta, stanno sulla cresta dell’onda. Musicisti interdisciplinari che tornano indietro alle origini stesse del jazz. Jonatan si avvicina a questo campo di attività con un forte senso di ciò che vuole trasmettere. “Il Salmo 121 è qualcosa che mio padre recitava per me quando ero piccolo”, ricorda, “quindi sapevo che volevo includerlo. E gli altri si riferivano in qualche modo al tema che avevo immaginato. I salmi sono canti, questa è la loro storia, e io li ho letti tutti, e questo non ha fatto altro che aumentare la mia ispirazione”. Il magnetico viaggio musicale di Peter Jonatan è iniziato alla tenera età di quattro anni, quando un’accattivante dimostrazione di tastiera nella sua scuola materna ha scatenato un’insaziabile passione per il pianoforte. Insegnando sia al Berklee College of Music che al Conservatorio di musica del New England, Peter Jonatan si dedica a coltivare la prossima generazione di maestri musicali. Il suo approccio innovativo all’istruzione, integrando l’offerta formativa basata sulla tecnologia e basata su progetti, continua a plasmare il panorama del mondo accademico musicale. Traguardi importanti adornano il suo viaggio, comprese lezioni di perfezionamento con luminari come Dave Holland, Darcy James Argue e Maria Schneider. Un musicista poliedrico, gli interessi di Peter spaziano dalla grandiosità orchestrale della Big Band e dell’Orchestra Jazz alle sfumature emotive della musica per videogiochi e delle colonne sonore per film, risuonando profondamente con uno spettro diversificato di ascoltatori. Ascolta su Soundscloud

Pubblicato da musicheculture

Musicheculture, sito di informazione, storia, attualità e cultura musicale diretto Giuseppina Brandonisio,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.