Con la scusa del diritto d’autore….

ARRIVA LA CENSURA IN ITALIA! E la cosa non dovrebbe farci dormire! La mia rabbia è grande e non riesco a concepire l’idea che qualcuno possa decidere per me cosa devo sapere, quale musica ascoltare, cosa possa o non possa inserire nel mio blog. l’AGCOM sta per approvare la famigerata delibera del 6 luglio che introdurrà per la prima volta in Europa la possibilità di inibire a cittadini italiani l’accesso a risorse web collocate fuori dal nostro Paese.Inoltre con questo provvedimento sarà legalizzata la rimozione selettiva dei contenuti dei siti web italiani. La delibera, infatti, prevede che, in caso di segnalazione da parte dei proprietari dei diritti d’autore di contenuti audiovisivi su possibili violazioni del copyright, l’Autority, qualora dovesse riscontrare che la violazione è fondata, può chiedere ai Provider che gestiscono i siti internet, di rimuovere il contenuto senza dover passare per un provvedimento giudiziario che ordini tale rimozione. In pratica il titolare del sito ha 48 ore per rimuovere il contenuto dopo la prima segnalazione. In caso contrario, dopo un contraddittorio che potrà durare al massimo cinque giorni, l’Agcom disporrà la rimozione del contenuto. E in Italia la gente sembra non curarsene. Forse perché esistono due nazioni: una digitale, fatta di internauti e bloggatari (la minoranza) e una di cervelli ancora “analogici” (la maggioranza), ignari e stra-contenti di lasciare che sia la televisione (berlusconiana, ovviamente) ad articolare i suoi pensieri e a gestire ilsuo diritto alla libertà di espressione e alla conoscenza. Inibire la possibilità di accedere a contenuti protetti da copyright al di fuori del nostro paese significa semplicemente che le autorità doseranno dall’alto il nostro diritto di sapere, di comunicare, di scambiare le nostre esperienze. Niente più condivisione, né musica, né arte, ne poesia che vogliamo, del luogo che vogliamo, quando e come ci aggradano! La ragione? La trovano nel fatto nel fatto che i cosiddetti “autori” hanno il diritto di stringere tra le loro mani la loro preziosissima merce culturale (leggasi “opera dell’ingegno”) ed impedire a noi “ladri” di cultura e di conoscenza di conoscerla, diffonderla e condividerla, come se ciò implicasse il nostro diritto ad appropriarcene e a sfruttarla economicamente!!! Ti piacciono il file sharing, lo streaming, la musica proveniente da altri paesi? Te li puoi scordare! Ti diletti a montare i video dei momenti più belli della tua vita, aggiungendovi magari la tua canzone preferita? Te lo puoi scordare! Ti piace creare, reinventare, esprimere te stesso rimescolando immagini, suoni? PAGA!!! Adesso hai il diritto di non esprimerti, alla navigazione condizionata, ad usufruire liberamente sono di tutto ciò che sarà ritenuto libero e fruibile. Perché d’ora in poi la rete diventerà un deserto. Ricorda che il provvedimento permetterà la rimozione selettiva dei contenuti dal tuo sito, senza che la presunta violazione di copyright che ti viene contestata passi al vaglio di un tribunale in una causa legale. Gli autori, come cani arrabbiati, ci ringhiano già contro per paura che gli freghiamo l’osso.

Il lavoro intellettuale invece va rispettato, promosso e valorizzato, non ridotto a merce attraverso ricattare la gente. Di ogni opera va riconosciuto il valore che apporta alla conoscenza e alla crescita personale e collettiva. Gli stessi autori dovrebbero considerarsi qualcosa di più che semplici “fabbricatori di oggetti culturali”, buoni solo per essere comparati o venduti. E in Italia non siamo abituati ad apprezzare il valore della nostra cultura, delle nostre arti, della nostra creatività. Ma usare una legge come quella sul diritto d’autore (del 1941!) come pretesto per aggirare i diritti alla libera espressione e all’informazione sarebbe l’ipotesi più abominevole. Quella capace di prospettare un futuro di inconsapevolezza, anche per le nuove generazioni (che sono nate praticamente sul web), che potrebbero ignorare o dimenticare che Internet è oggi assimilabile ad un diritto umano, perché è lo strumento di accesso alla conoscenza più democratico del pianeta. E che resta tale finché l’azione politica non lo trasforma in un’arma di ricatto o di limitazione. Quiil testo della delibera che sta per entrare in vigore. Per essere più liberi, garantiti e difesi nei diritti, faremmo meglio a trasferirci tutti in Cina! Ribelliamoci e organizziamoci, perché abbiamo ancora tempo!

Pubblicato da musicheculture

Musicheculture, sito di informazione, storia, attualità e cultura musicale diretto Giuseppina Brandonisio,

4 Risposte a “Con la scusa del diritto d’autore….”

  1. Gente ridicola, fuori dal mondo. Comunque per l’accesso a risorse web collocate fuori dal nostro Paese esistono i proxy: ad esempio PirateBay, reso inaccessibile dall’Italia con una sentenza, si può tranquillamente raggiungere tramite un proxy. L’altra faccenda dei contenuti è molto più seria, speriamo che non vada in porto.

  2. Resta comunque il fatto che agendo sui contenuti e non sui comportamenti ritenuti scorretti hanno la possibilità di:
    1)inibirti l’accesso al sito estero ma anche e soprattutto rimuovere una tua pagina se affermassero che hai caricato materiale protetto, violando la legge: l’AGCOM, che non ha giurisdizione su server esteri (come YOUTUBE), non potendo chiedere al sito di procedere con la “rimozione selettiva”, secondo la nostra direttiva, ti chiuderebbe semplicemente il tuo canale e tu vedresti automaticamente censurato tutto il tuo materiale. E questo trascina con sé la tua libertà di esprimere un tuo pensiero o inviare un msg eventualmente “scomodo”.

    2) Non sei imputato,quindi non hai diritto ad un contraddittorio o a far valere le tue ragioni in una causa giudiziaria, come previsto dai nostri codici e quindi non saprai mai nemmeno perché la decisione di rimuovere quel contenuto sia stata presa, perché, anche nel caso l’ISP si disinteressasse della richiesta dell’autore, l’Autority procederebbe comunque. Inoltre – afferma Juan Carlos De Martin “L’Autorità potrebbe sia irrogare sanzioni pecuniarie molto ingenti a chi non eseguisse gli ordini di rimozione, sia ordinare agli Internet Service Provider di filtrare determinati siti web in modo da renderli irraggiungibili dall’Italia. Il tutto senza alcun coinvolgimento del sistema giudiziario”.
    Gian Marco Frontera, vice presidente di Assoprovider spiega dal punto di vista tecnico come potrebbe avvenire l’oscuramento minacciato dalla delibera AgCom:

    L’impatto tecnico è devastante, ci sono soltanto due vie d’uscita: o l’inibizione dell’indirizzo ip dove è ospitato il contenuto incriminato – parliamo di siti esteri in questo caso – perché per i siti italiani una volta che il provvedimento è partito dall’AgCom, ci sono il sequestro e la rimozione.

  3. Questa è la trasmissione di Radio Radicale (04/08/2011) in cui Luca Nicotra (Agorà Digitale) e Vittorio Zambardino (Repubblica) spiegano lo scenario in cui ci troviamo e quali sono gli interessi in gioco:

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