Legalizzatela: Eugenio Finardi risponde a Matteo Salvini già nel 1979

Che cosa è successo al profilo Facebook di Eugenio Finardi? Da giorni sembra essere disattivato e tutti ce ne siamo chiesti la ragione. La faccenda è alquanto strana e misteriosa perché il cantautore milanese in questo momento è in piena promozione del suo Euphonia Suite Tour e dell’album omonimo  che uscirà il prossimo 14 ottobre. La disattivazione del profilo ha lasciato perplessi alcuni fans e amici, finché stamattina, nel gruppo della Finardi Gang non è apparso questo messaggio: “Dis-hackeratelo! Un po’ più in basso è stato inserito un link a un video di Youtube della canzone Legalizzatela, che fa così: Nessuno vuole prendere posizione/ nessuno vuol guardare in faccia alla situazione, ma c’è solo una soluzione/ non serve la polizia/ mandatela via/ c’è già troppa ipocrisia/ Legalizzatela/ Non è questione di approvare/ chi si buca, si sa, si fa male/ però non è un criminale/ non si può sbattere in prigione/ non si può condannare/ non si può chiudere in un ospedale. Legalizzatela. Non si può mettere sullo stesso piano/ chi si buca o si fa uno spino/ con chi spaccia quintali di eroina/ per minare una generazione/ non meritano la stessa condanna/ né la stessa assoluzione. Si tratta solo di accettare/ una realtà sociale/ c’è troppa gente in giro che si vuole fare/ che senza non riesce a stare che piuttosto va a rubare/ Legalizzatela/ C’è solo bisogno di cambiare/ il modo di pensare/ uno che si fa è uno normale/ con un odio un po’ particolare/ niente di speciale/ niente di male. Legalizzatela —-

Erano gli anni della contestazione. Più precisamente, era il 1979. La canzone, contenuta nell’album Roccando Rollando, fece parlare di sé. Ma, a più di quarant’anni di distanza, eccola che torna. Oggi come ieri, Finardi prende posizione a favore della legalizzazione delle droghe leggere. Dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini che, il 20 agosto scorso, durante un comizio a Pinzolo, in Trentino, ha affermato che i programmi elettorali del Partito democratico e della sinistra propongono la «possibilità di coltivarsi la droga in casa, di consumarla e di spacciarla senza essere sanzionato», anche la musica risponde al leader della Lega per sottolineare come la legalizzazione delle droghe leggere potrebbe certamente contribuire a ridurre l’affollamento delle carceri. Per dovere di cronaca va sottolineato che le affermazioni di Salvini siano false o comunque esagerate: il programma del Partito democratico propone di legalizzare solo la coltivazione della cannabis, non della «droga» in generale, e solo per uso personale, non per lo spaccio. Anche il programma di Europa verde e Sinistra italiana propone la stessa cosa e di cambiare le norme affinché, come dice il testo della canzone, il possesso di droghe leggere non sia più considerato un reato che comporti la reclusione. E ciò, allo scopo di  ridurre le incarcerazioni legate agli stupefacenti. Attualmente si stima che il 30% dei detenuti italiani sia in carcere per possesso di cannabis e, mentre aumentano (per fortuna!) i sequestri da parte della polizia delle droghe pesanti, come eroina, cocaina, metanfetamina e devastanti o mortali cocktail e pasticche “fai da te”, le forze di Sinistra, l’Associazione Luca Coscioni e Gherardo Colombo (ex magistrato di Mani Pulite) chiedono la legalizzazione della marijuana per permettere allo Sato di risparmiare 3 miliardi l’anno di spese per il sistema carcerario. Insomma, legalizzare e regolare il “fumo”, con ferme limitazioni per l’uso di alcool e di tabacco e droghe leggere per i minorenni, contribuirebbe anche alla riduzione del traffico criminale. Insomma, Legalizzatela è un manifesto scritto  43 anni fa che testimonia come l’Italia,  Paese di santi, navigatori, poeti e cantautori,  sia in realtà immobile, ferma nel tempo, adagiata sullo scontro politico, sempre più velenoso e sempre meno costruttivo.

 

Pubblicato da musicheculture

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