Bruce Springsteen, Person of The Year

bruce_springsteen_musichecultureIl rock: musica potente e creatrice.  Fertile e multiforme nelle sue espressioni. Universale negli ideali. Come quelli di Bruce Springsteeen che ha messo la sua musica al servizio del suo animo filantropico e per questo si è guadagnato il titolo di “Persona dell’anno”. Il riconoscimento gli è stato assegnato dalla National Academy of Recording Arts & Sciences  (NARAS), meglio nota col nome di  Recording Academy, ossia l’associazione americana di musicisti, produttori ed ingegneri del suono di Santa Monica che si dedica alla promozione della qualità della vita e della cultura della musica e dei suoi artisti. Devo dire comunque che c’era d’aspettarselo: senza rischiare di sminuire la genuinità dell’impegno umanitario del Boss – attraverso questo premio che la musica dà a sé stessa, in una sorta di auto-celebrazione -, nessun altro “veterano” di questo genere musicale made in U.S.A., nessun altro più di Bruce, ha saputo far brillare la sua stella dando anima, corpo, fiato e sudore per il rock, il suo messaggio e il suo paese. Springsteen è un patriota – lo sappiamo: dell’America ha cantato il paradiso e l’inferno, il sogno ed il suo lato oscuro, ma nel 2012 il rocker è corso ovunque vi fosse il bisogno di diffondere un grande messaggio, ha imbracciato la sua chitarra e si è offerto di fare da cassa di risonanza per richiamare l’attenzione della gente, per stimolare lo spirito di solidarietà di tutti noi: dagli alluvionati del New Jersey (il luogo che l’ha visto nascere, 63 anni fa), ai poveri e agli indigenti del Kentucky – dove c’è una vera emergenza –  fame -,  è tantissima la gente che sente di dovere un po’ di gratitudine al vecchio Bruce. Perché la sua musica, anche senza considerare l’aspetto benefico della raccolta dei fondi, effettivamente, questo spirito di solidarietà l’ha sempre incarnato. Anche quando, l’estate scorsa, ha suonato in Italia, ha dedicato una sua canzone ed un lungo discorso ai terremotati dell’Emilia: ancora una volta, ha richiamato tutti a rimboccarsi le maniche, a riunirsi in questo senso di comunanza, per rialzarsi, ricostruire, per vincere. E, siccome anche il tour continua, per la gioia dei fans italiani, quest’anno Bruce ritorna: il 23 maggio, suonerà in una città dal grande cuore: Napoli, in Piazza del Plebiscito; l’11 luglio, a Roma.

Certo, i premi hanno sempre un po’ di pomposa retorica che li accompagna. E quest’omaggio- che riceverà in una cerimonia ufficiale che si terrà a Los Angeles, l’8 febbraio – non va all’arte ma al cuore. Se Springsteen non fosse il grande artista che è, sarebbe uno dei più famosi e apprezzati samaritani del mondo. Ma, visto che Springsteen è Springsteen, almeno possiamo dire che il rock – di eri, di oggi, di sempre – ha ancora un senso ed un forte impatto quando viene usato come un mezzo per legare tutti sotto un’unica bandiera: quella della solidarietà.

Bravo (e buono) Springsteen!

Pubblicato da musicheculture

Musicheculture, sito di informazione, storia, attualità e cultura musicale diretto Giuseppina Brandonisio,

2 Risposte a “Bruce Springsteen, Person of The Year”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.